Finito il convegno, ero in zona via Dante, decido di fare una capatina da Sephora per comprare uno shampo, del cui prezzo non mi ero stranamente informata sul sito. Sono decisa, entro, punto la meta, sbatto le ciglia decido che no! 25€ anche no. Lo shampo è questo, e per la cronaca è molto buono. Ancora più buono è il balsamo. Io ho un capello liscio naturale, non spaghetto, ma tendenzialmente refrattario a qualsiasi piega mossa; non lo piastro, ma lo tingo. E ho i capelli mediamente lucidi. E li curo. E voglio loro davvero bene.
Ma venticinque (venticinque!) euro anche no.
Come so che lo shampo è buono? Avevo un campione gratuito.
Quindi esco con la coda tra le gambe, perché sapevo che non c'erano altre marche interessanti per i capelli, sforzandomi con tutta me stessa per stare lontana dagli espositori di make up, che non è aria... e sento il profumo.
Di cosa? Se alla parola profumo+per strada non vi è venuto in mente niente, non siete passate da qui.
Penso:"Ohibò, ho provato di tutto da Lush, perché non uno shampo?"
Di solito sono molto selettiva sui prodotti per capelli: usoquasi sempre prodotti professionali (sempre sotto una certa soglia economica perché va bene che li amo, ma c’è un limite a tutto, anche all'amore)e sono restia a testare nuove marche. Lo faccio magari per la mia parru, che mi fa provare nuovi prodotti, che però lei ha già testato sui crani di altre clienti, quindi sono raccomandati.Confesso che sono razzista, e non compro i prodotti al super, ben consapevole che Garnier, L’Oreal Paris, Kerastase, Inneov, Redken, tanto per citare qualche marca, sono prodotti dalla stessa azienda, quindi quando li compri non sai mai se stai pagando la tecnologia e la ricerca o la marca.Detto questo, compio questo estremo atto di coraggio e chiedo alla commessa uno shampo che – pausa google: congiuntivo presente del verbo alleviare – allevii la sindrome del capello milanese.La sindrome del capello milanese è quella strana patologia per cui tu esci di casa al Paesello dopo che hai lavato i capelli, tutti profumati e lucenti, e un’ora dopo, non importa con quale mezzo di sei spostata, quando posi il primo piede sul suolo meneghino, sono unti come se non li lavassi da giorni. Puzzano di auto/treno/metro, di smog, di grigiume e chi più ne ha più ne metta. La piega che ti ha portato via una mezz’ora è bella che andata, e guai! a entrare nel camerino di un negozio, sembri una scappata di casa qualunque cosa indossi. C'è sicuramente una causa chimico-scientifica con un nome serio, ma io me la spiego con QUELLA CAZZO DI ARIA DI MERDA CHE C' È A MILANO.
Espongo le mie problematiche e caratteristiche specifiche alla ragazza, che mi propone uno shampo, dicendomi che pulisce la cute, che è delicato, che è perfetto per i capelli fini…contiene la menta senti! senti! che ha un alto potere pulente, bla bla..Anche questo non è regalato (15,75 Euro per 250 grammi, insomma), ma ormai sono nel trip e mi decido a comprarlo.Com'è, come non è, aggiungo un paio di cosette ed esco con una spesa di 33 Euri. Ma come, non ne ho spesi 25 per spenderne 33? Sì, sono una vittima del consumismo, lo ammetto. Condannatemi, me lo merito.Appena salgo in treno, apro la borsa con i miei acquisti e li esamino uno per uno.
Lo shampo è questo:
Shampo Lazzaro
E sul catalogo/giornale (e anche sul sito) che sembra scritto da una fulminata/o totale, viene descritto così:La metafora biblica è un po' forte, ma questo shampoo ha davvero poteri sovrannaturali sui capelli secchi, sfibrati o trattati. Li farà letteralmente risorgere con gli enzimi detergenti della frutta, con il gel di alghe e con gli emollienti oli di mandorle e di oliva, che danno struttura e aumentano la flessibilità. Ginepro e lavanda si occupano invece di ristabilire una corretto equilibrio per andar avanti.
Scuuuuuuuuuuuuuusa? Voglio immediatamente tornare indietro dalla commessa e infilarle due dita negli occhi.
Per caso le ho detto che ho i capelli secchi? No! Semmai che tendevano al grasso, cioé esattamente il contrario. Le ho detto che erano sfibrati? No! Ho detto che era colpa di Milano. Lo annuso, si sente subito la lavanda. Ma non aveva detto menta?
Sono stranita, perché di solito le commesse da Lush sono talmente coinvolte e ci credono, da essere oneste.
Ma sono troppo stanca per incazzarmi ulteriormente, per cui rimando il pestaggio al giorno successivo e svengo sul treno, addormentandomi prima ancora che parta.
Mi risveglio decisamente meglio predisposta, e dopo cena, mi ricordo della mia sindrome da San Tommaso al contrario, per cui non mi lamento di qualcosa a voce alta finché non l'ho provata.
Com’è finita?
Volevo tornare dalla commessa per chiederle scusa per i cattivi pensieri che avevo fatto su di lei, anche se lei non lo sapeva.Intendiamoci, Lazzaro non fa miracoli, altrimenti l’avrebbero chiamato Gesù (uahahahaa, minkia che battutaccia!). La sindrome del capello milanese non si debella, se non allontanandosi dai luoghi inquinati, quindi beh, forse trasferirsi alle Maldive è l'unica soluzione.
Lazzaro però fa il suo porco dovere, e solo per questo ve ne parlo.
- Ne serve pochissimo. Molto poco. Meno di quello che state pensando.Ancora meno.Diciamo due gocce.
- A differenza degli shampi professionali, che sono molto concentrati e andrebbero diluiti prima dell’uso, questo è molto fluido e si distribuisce facilmente con le mani.
- Pulisce veramente la cute, per interderci, alla seconda passata sentite l’effetto “Svelto sul piatto”, citazione vintage che solo chi è nato prima della lavastoviglie o è mai stato in campeggio può capire.
- La menta si sente, eccome, sulla cute. Niente effetto Vigorsol, solo una piacevole freschezza.
- Non appesantisce: il capello grasso, a distanza di due giorni non diventa ancora più grasso. È già un risultato, no?
- Profuma principalmente di lavanda, che ha un simpatico effetto calmante sulla (mia) psiche.
Una volta a pancia piena (ho cenato, non è che ho mangiato tutto lo scrub), a casa, ho realizzato che 7.35€ per 25 grammi di prodotto, anche no, quindi la prossima volta me lo faccio da sola con lo zucchero, un po’ di burro di cacao e, se la giornata è storta, una dose di tequila.