Magazine Diario personale

Alzati .. per poi volare

Da Sphera86

Eccomi qui. Dopo una grande cultura sulla blogosfera. Devo dire che ho trovato un sacco di siti interessanti, i miei complimenti a chi lo fa con costanza e con passione, senza eccessi di presunzione ed egocentrismo.

Dopo giorni a bazzicare qua e là, domani devo tornare al lavoro.

Quando collabori come lavoratore extra in un posto, lavorando tre giorni si e una settimana no (se non di più) è particolarmente strano. Ti senti un jolly, una pedina. E non ti senti far parte propriamente della brigata. Situazione che non trovo particolarmente carina. E’ sempre un’esperienza, questo è vero, nell’arco di questi mesi ho imparato un sacco di cose, soprattutto tecniche; ma è una sensazione davvero strana e non sempre piacevole.

Sarà che sarò donna (all’alba dei 26 anni, si può usare questo termine?!) .. forse le donne hanno percezioni più sensibili. Caratteristica che non sempre giova nel campo ristorativo, anzi. Se esprimi questa tua qualità sei fottuto/a!

E quante volte mi è capitato .. Anche a voi?

Fine 2009. Esperienza in un importante ristorante stellato, inizialmente come stagista e poi da dipendente (sottopagata, ma questo è un’altra storia). Evidentemente la Pastry Chef non era in grado o non aveva tanta voglia di lavorare. Nel periododi cambiamento della carta dei dolci per l’inizio della nuova stagione fu chiamata addirittura una persona esterna (uno può pensare a un Gianluca Fusto o simili) di non so quale “importanza”, o forse si, era il cugino dello Chef. Un gran maleducato che con prepotenza, arroganza e cafonaggine, ha trattato noi commis come vere soldatesse e totali incapaci. Del tipo “Fammi un po’ di succo di lime, sei capace????” oppure “Bravissima!!!!!!” (si con tutti quei punti di domanda ed esclamativi).

Due settimane così non stop trattate come delle vere deficienti, compresa la Pastry Chef. Quindi non era puramente un discorso di “gerarchia” o altro.

Un pomeriggio non ce l’ho fatta più. In pochi istanti mi ritrovavo in bagno a piangere. Erano gli inizi, stavo percorrendo a pochi passi il mio percorso, ma tutto quello che avevo fino a quel momento sognato, me lo sentii crollare addosso. Facendomi molto male. Una domanda continuava a frullarmi nella testa “Sono davvero capace, sono davvero portata a far questo lavoro?”. In quel momento entrai davvero in una fase depressiva-psicologica. Pensavo alla mia famiglia. Pensavo di aver buttato con le mie stesse mani le esperienze precedenti (Inghilterra soprattutto) e mi sentivo uno schifo. Per non usare un’altra parola.

Fortunatamente sono stata ascoltata e consigliata al momento giusto da una persona che aveva vissuto le mie stesse insicurezze di allora. E piano piano rinacqui. Sarà stata anche la conferma di assunzione che arrivò qualche giorno dopo.

Da quel piccolo grande regalo riuscii ad alzarmi e camminare.

E allora domani con la testa alta .. Aspettando Firenze ..


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