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America Oggi

Creato il 21 aprile 2015 da Simone D'Angelo @SimonDangel
America Oggi

In crisi l’unico quotidiano in italiano pubblicato negli States

America Oggi, unico quotidiano in lingua italiana pubblicato negli Stati Uniti, è a rischio chiusura. A lanciare l’allarme i dipendenti del giornale nato nel 1988 dalle ceneri della storica pubblicazione Il Progresso Italo-Americano, fondata a New York nel 1880. Numerosi giornalisti hanno lavorato senza percepire lo stipendio dal settembre 2014 e l’azienda ha cominciato a pagare parte degli arretrati solo a metà aprile, una volta arrivata dall’Italia l’ultima tranche di fondi del Governo, in base alla legge sull’editoria, relativi al 2013 e pari a circa 800mila euro.

Sul banco degli imputati la proprietà, il gruppo editoriale Oggi con sede a Norwood, in New Jersey, accusata dai giornalisti di aver «azzerato totalmente la redazione ed essere in condizioni economiche disastrose a causa di investimenti azzardati che sono proseguiti per anni e hanno portato al collasso». Pronta la replica del presidente del gruppo e direttore del giornale, Andrea Mantineo, che ha respinto al mittente le critiche sottolineando come la crisi sia dovuta soprattutto ad un calo delle entrate pubblicitarie di oltre il 50% dal 2008 e dal tagli ai contributi del Governo italiano, che non coprono più i costi per l’assistenza sanitaria ai giornalisti e ammontano ad oltre 400mila dollari.

Nella comunità italoamericana c’è grande agitazione per la situazione in cui si trova il quotidiano che da 28 anni rappresenta un contatto con il Paese d’origine. America Oggi è diffuso in ben otto stati lungo la costa orientale da Boston a Philadelphia in cui si concentra il maggior numero di italoamericani. La zona di maggior diffusione resta la grande area metropolitana di New York dove viene distribuito in migliaia di edicole.

La crisi è evidente nei numeri relativi alla redazione e alla tiratura. Nel 1996 i dipendenti erano 40 di cui 18 giornalisti. Se negli anni ’90 e 2000 si arrivava a picchi di 30mila copie vendute ogni giorno (anche 40mila la domenica), ora non si arriva alle 10mila copie.

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