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American hustle

Creato il 05 gennaio 2014 da Jeanjacques
American hustle
Certe volte succede che al cinema non c'è mai nulla da vedere, altre invece in cui c'è troppo. Poi altre volte ancora in cui c'è troppo ma tu vuoi assolutamente vedere una cosa, mentre i tuoi amici di merenda sono indirizzati verso altro. A me infatti interessava il film di Capitan Harlock *babum* Capitan Harlock *parapparaaa*, mentre agli altri interessava più questo, quindi mi sono dovuto adeguare al volere della maggioranza. Che a leggere quanto si dice in rete sembro aver fatto bene ad evitare le vagonate di CG nonsense del colosos nipponico, per concentrarmi su questo ennesimo film del nuovo regista di punta del momento. Un regista di punta del quale però io non ho ancora visto un solo film, un po' per la mia mania di fare l'alternativo e di snobbare qualunque cosa odori di Academy, un po' per impossibilità distributive e anche per il fatto che i suddetti titoli sono usciti in strani momenti della mia vita. Tutte queste scuse però non bastano a compensare il fatto che spesso io arrivo in ritardo, ma almeno stavolta mi sono fatto trovare preparato. Se non altro, prima di questo film in sala è stato proiettato un filmatino informativo dove Capitan Harlock [tanto per rigirare il coltello nella piaga] spingeva a combattere la prateria nei cinema. Che tristezza...
Siamo verso la fine degli anni Settanta ed assistiamo alle (dis)avventure del piccolo truffatore Irving Rosenfeld, che dopo essere stato incastrato dall'eccentrico agente dell'FBI Richie DiMaso è costretto ad aiutare i federali a incastrare dei politici accusati di essere invischiati in dei traffici mafiosi. Fra qetsi vi è l'imprevedibile sindaco del New Jersey, Carmine politico, ma la vera sfida di Irving sarà il gestire la schizzata moglie Rosalyn e la focosa amante Sydney.Un quartetto di attori davvero assurdi, che sanno dare tutti il meglio di sé, sfoggiando dei personaggi tutti abbastanza strani e stranianti. Christian Bale tanto per cambiare ha messo su u, quantitativo di grasso allucinante, facendo per un mese una dieta di sole ciambelle e aumentando così la sua storyline, ma ciò che mi ha inquietato maggiormente è stata la calvizia, anche perché se un figone di Hollywood riesce a imbruttirsi così allora è possibile che anche una persona normale possa fare il contrario; Amy Adams è brava e molto bellina, ma il vederla con quei vestiti ultrascollati e perennemente senza reggiseno mi ha fatto pensare che la gravità agisce secondo una logica tutta sua; Bladly Cooper io, come molti, l'avevo conosciuto con Una notte da leoni e l'avevo considerato come il classico bellone che avrebbe fatto poco altro (sì, ero un po' invidioso, lo ammetto), e invece il tempo mi sta facendo ricredere, perché ultimamente lo vedo coinvolto in una parte meglio dell'altra; Jeremy Renner qui invece è sottotono, ma gli riconosco la versatilità di saper passare da un ruolo cazzaro come l'Hawkeye di The Avengers a uno più marginale come questo, perché fare 'la persona normale' è un qualcosa di davvero difficile, a mio parere; poi vabbeh, c'è Jennifer Lawrence, l'attrice che al moemnto sembra saper convertire anche il ghei più ghei, ma che a me pur piacendo non fa impazzire, anche se al fisico da anoressiche di molte preferisco la sua bella burrosità. Inoltre c'è anche un inaspettato cammeo di Robert De Niro che fa l'ineditissimo ruolo del mafioso [avete colto l'ironia, sì?], che da solo vale la visione, oltre che una frasetta a parte separata dalle altre. Insomma, solo il cast fa comprendere che il film non è proprio da buttare, se poi pensiamo che la sceneggiatura era nella black list di Hollywood, allora tutto diventa inaspettatamente più gustoso. Peccato che il gioco non valga la candela fino in fondo, perché questo è un film davvero discontinuo, e non serve solo un ottimo cast per compensate certe mancanze, seppur lievi. Innanzitutto l'inizio non è chiarissimo, perché una narrazione non lineare rende difficile il seguire l'avvicendarsi di così tanti personaggi, poi fortunatamente tutto si fa più compatto e, anzi, questa idea così discontinua rende la narrazione davvero intrigante. Tutto sta nell'abituarsi a questo modus operandi, ma inizialmente tutto quello scambio di soggettive mi ha leggermente stranito... anche perché per un bel po' mi sono concentrato sulle scollature di Amy Adams. Quello che però a fine visione mi è rimasto più dentro non è stata solo la complicazione di alcuni passaggi e il contorcimento dei piani necessari per incastrare i gaglioffi di turno, ma la solitudine dei personaggi. Tutti loro sono degli strani omuncoli insoddisfatti dalla vita che vogliono essere qualcosa di più. Irving è entrato nel giro delle truffe perché non voleva finire come suo padre, Sydney è una che non vuole essere solo la classica ragazza di contorno, DiMaso vuole andare sempre più in alto e Carmine, nonostante tutto, vuole fare del bene per la sua città, mentre Rosalyn è una povera pazza che però non vuole stare negli angoli. Tutto questo è raccontato con un occhio disincantato ma molto ironico, che non appesantisce la visione e fa passare le due ore di durata in maniera abbastanza frizzante. E le musiche di un irriconoscibile Danny Elfman, insieme a un repertorio davvero epocale, fanno da perfetto contorno.Non il film riuscitissimo che molti dicono, ma comunque un lavoro dignitoso e ben fatto. Ci fossero più film così mi lamenterei sicuramente di meno. Ah, si dice poi che sia una storia vera...Voto: American hustleAmerican hustleAmerican hustleAmerican hustleAmerican hustleAmerican hustle

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