Onorato dal commento al precedente post, ringrazio Garbo per il suo intervento ed invito i "malcapitati" lettori a leggerlo con attenzione. Lo reputo, infatti, interessante e con punti di vista di spessore. Sento quindi il dovere di dare ad esso il giusto peso (una semplice risposta al suo commento mi sembra piuttosto riduttiva) con un nuovo, modesto inserimento.
Il mio tentativo di analisi è per forza di cose molto semplificativo. Ad ogni modo faccio fatica a credere che gente che abbia un minimo di cultura si identifichi politicamente nelle turpitudini becere della politica attuale (di qualsiasi schieramento). Condivido che con ogni probabilità la parte migliore del Paese (e, con un po' di spocchia, la identifico con chi si accosta alla cultura con sete di sapere e volontà di crescere) sia quella che non vota.
Personalmente mi spiace per coloro che non sanno quale piacere enorme si tragga da un bel libro e politicamente ribadisco che, secondo me, chi non legge e si sfonda i neuroni con la tv spazzatura si identifica con la peggiore feccia: quella che da venti anni ha messo l'Italia al palo.
Di contro guardo con molto sospetto a quanti si rivolgono con fiducia alla sinistra attuale (o meglio, alle macerie della sinistra che fu): intellettuali radical-chic, rivoluzionari da salotto e giovanotti promettenti figli di papà e di un benessere che è stato regalato loro a scapito del popolo.
Costoro, in fin dei conti, non sono altro che quelli che hanno permesso questa deriva per il semplice motivo che ad essi andava (e va) benissimo così: non ravvedo, nei fatti, sostanziali differenze tra un Berlusconi (tanto per dire un nome) ed un Renzi. Nessuno guarda alla massa, al proletariato e alla gente stremata. Per il semplice fatto (e mi rendo conto di dire una cosa estremamente demagogica) che di noi non gliene frega nulla. Si potrebbe e si dovrebbe fare molto ma ciò vorrebbe dire rinunciare a privilegi degni di una satrapia e all'impunità (morale e giudiziaria). E questo non rientra tra le loro volontà. Infatti, una delle manovre più scientifiche messe in atto negli ultimi 30 anni è stata assecondare la tendenziale crassitudine delle masse e smantellare qualsiasi ancora culturale: la scuola deve funzionare malissimo, il patrimonio artistico deve andare a puttane, la ricerca deve essere scoraggiata.
Il popolo di suo tenderà anche all'incultura ma lo stato rende ancora più difficoltoso elevarsi culturalmente perché sa che se la gente rimane ignorante è più facile governarla (male) senza che nessuno si ribelli. Con qualche ossicino buttato qua e là e con molti spettacoli lobotomizzanti: panem et circenses.