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Amici che scrivono

Creato il 20 gennaio 2012 da Zfrantziscu
di Francu Pilloni

Gianfranco scrive per schietta indignazione; Gigi per scrupoloso insegnamento; Aba con puntiglioso ingegno; Micheli per instancabile precisione; Elio per incorruttibile passione; Giuseppe con ampio respiro; … Grazia per amorevole nostalgia; Rina perché le scoppia dentro.Io scrivo per noia.Sì, per noia; e non potrebbe essere altrimenti. Guardo al domani senza emozioni, non ho paura e non ho speranza; so già cosa mi riserva, cosa ci riserva, non per una sorta di prescienza, ma in virtù dell’esperienza, per aver vissuto, nel mio piccolo, più e più volte non gli accadimenti possibili, che sono in numero importante, ma quelli probabili che da noi si ripetono con monotona cadenza.È come se i corsi e i ricorsi della storia, di cui parlava il Giamba Vico due secoli fa, abbiano subito un’accelerazione impressionante come quegli altri cicli, diventati in fretta bicicli e poi motocicli con velocità che solo il signor Rossi e pochi altri sanno dominare.Per stare coi piedi nella solidità della cronaca attuale, quanti pensano, e forse trepidano o temono, che il signor Monti riesca a portare a termine il suo programma di governo? A me non vengono i brividi e tantomeno la febbre al pensiero di dipanare il dilemma, perché già so come andrà a finire: Monti farà tanto e farà poco, più di quanto molti lo accreditano, meno di quanto sarebbe servito. Perché? Perché questa è l’Italia, così ha sempre fatto, così sempre sarà. Con la differenza che, un tempo, ogni singolo ciclo storico si sviluppava in vari decenni, aveva bisogno della partecipazione attiva (a volte sofferta) di numerose generazioni di nostri concittadini, mentre al giorno d’oggi un ciclo viene bruciato in qualche mese soltanto.Ciò che va considerato è che gli Italiani, rispetto all’accelerazione della storia, c’entrano quasi nulla, piuttosto la subiscono, la più parte senza comprenderla. E parlo di Italiani non solamente riferendomi ai singoli cittadini, i poveri cristi di Di Pietro, ma anche alle organizzazioni che hanno montato senza badare a spese Centri Studi di tutto rispetto, allo scopo di investigare e capire in anteprima come gira il mondo. Mi riferisco con tutta evidenza ai partiti politici, ai sindacati dei lavoratori e degli imprenditori e a quante altre forme di associazionismo economico e culturale in cui si articola la società.Non si creda che alcuno fra gli italiani non abbia compreso per tempo dove sarebbe evoluto il sistema mondiale: fra chi sapeva però, molti hanno taciuto; e chi ha parlato, lo ha fatto nel deserto mediatico.Un’eccezione c’è, come è sempre lecito supporre: la Chiesa. Abituata da secoli non a contare solamente, ma a valutare i cicli storici dell’intera umanità, in fondo vi è stata costretta dal comportamento del suo Padre-Padrone che, per qualità connaturate, è perfettamente a conoscenza di quanto è prossimo venturo. Pe questo motivo, posso dire che, nel suo immenso, il Padre-Padrone mi assomiglia: è assalito dal tedio.La ragione della sua noia sta nel modo in cui il mondo va: da tempo ha smesso di buttare l’occhio sul teatro multicentrico in cui uomini e nazioni, mutando gesti, costumi di scena e linguaggio, recitano da sempre lo stesso dramma.Esiste però, e c’era da supporlo, una non lieve differenza fra la mia noia e la Sua: se è vero che da essa ambedue siamo spinti a scrivere, è altresì storicamente accertato che Egli ha prodotto le Tavole della Legge e le ha imposte al mondo, mentre io elaboro solo idiozie. E scusa se è poco, Signore, ma in qualche modo dovevo pur distinguermi!

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