Parlare di amicizia è sempre difficile. La tentazione di riesumare dolori e delusioni che, al riguardo, tutti o quasi hanno imbarcato, è forte. Inoltre l’argomento è stato trattato a livelli altissimi in campo letterario e cinematografico e tutto sembra essere stato detto. Ricordiamo, a titolo di esempio, Nicola, l’intellettuale del sud interpretato magistralmente dal rimpianto Stefano Satta Flores in “C’eravamo tanto amati ” (Ettore Scola, 1974) , che carica tale sentimento di significati negativi, ritendolo escludente e settario.
Vero è che, da giovani, si formano compagnie e sodalizi, ognuno con la pretesa di rappresentare qualcosa di unico e irripetibile; in parte ciò risponde a realtà, poiché da più parti ci arrivano convinte testimonianze secondo cui la complicità che si sviluppa nell’adolescenza, o nella prima giovinezza, non è replicabile in rapporti nati in età adulta: come tutto il resto, diremmo. L’amore dei vent’anni, le passioni giovanili, gli slanci, le curiosità, appartengono a una fase della vita in cui, per dirla alla Conrad, ancora non si sono passate certe linee d’ombra o, se è accaduto, il passaggio è stato così lieve che spesso non si è avvertito.
Tuttavia, da alcuni anni c’è una novità: la rete.
Da quando esiste Internet, a parte gli usi e abusi di cui è portatore, si sono sviluppate forme di amicalità nuove e diverse. All’inizio furono i forum a mettere in contatto le persone. Ne sono esistiti, e ancora sopravvivono, di generalisti o a tema, talvolta di portata ristrettissima (vittime del fisco, comitati paesani, ricorrenti per i semafori assassini…); più spesso accomunano situazioni personali o tendenze musicali; grande protagonista è la politica. Insomma, se ne trovano per tutti i gusti.
I portali sono provvisti di chat e di corridoi dedicati alle mail: da lì a contattarsi per conoscersi poi di persona, il passo è stato spesso breve. Lasciamo da parte gli interessi amorosi o erotici e veniamo a chi, più o meno sinceramente, ha semplicemente provato a tentare nuove conoscenze, per puro amore della relazione umana. Le fasce di età qui fanno la differenza; la disinvoltura è inversamente proporzionale all’anagrafe.
La novità del mezzo ha tuttavia sciolto molte riserve e ci si è buttati in mare aperto. Questo vale, almeno, per chi ama il nuovo. Resistono a queste tentazioni tuttora milioni di persone, convinte che conti soltanto il vero contatto personale, quello che inizia dalla presentazione (sul lavoro, nel tempo libero o quale che sia la modalità) e il video nasconda la vera natura dell’interlocutore.
Facebook, e forse anche Twitter, che però chi scrive conosce meno, ma un po’ tutti i nuovi social basati sull’essere “amico di qualcuno”, hanno aperto nuovi scenari e, ci pare, mostrato spiragli e sfumature impensabili prima.
Le fotografie, l’indicazione dello stato e degli interessi, l’interazione con “l’amico dell’amico”, alla fine, secondo alcune statistiche, rivelano molto più di quanto non verrebbe fuori in certi contesti “reali”, che vedono naufragare miseramente frequentazioni annose, che si pensava non dovessero mai interrompersi.
Naturalmente a questo punto entra un po’ del personale nel tirare le prime somme, dopo questi anni tempestosi e incerti. Se ne giova l’informazione? Sembrerebbe di sì. Le notizie circolano vorticosamente ed è tutto uno scambiarsi novità e commenti. I personaggi famosi spesso posseggono dei profili, gestiti di rado in proprio, ma che permettono l’illusione di far arrivare loro i messaggi che da sempre reprimiamo o sfoghiamo al bar. Si sviluppano nuove possibilità? Anche questo è innegabile: si pensi alle testate su cui scriviamo, consentendo al mal della penna che cova in molti di noi di fluire libero e giocondo: e le sorprese non mancano, visto che il giornalismo paludato appare asservito e propagandistico nella maggior parte dei casi.
Ma…l’amicizia, qui, è vera, sincera, leale?
Quante pretese, cari amici (e non) o cari critici di Facebook! Era reale quella volta che la vostra migliore amica vi ha soffiato l’uomo? O il vostro sodale di sempre vi ha scavalcato in carriera? E allora, che pretendiamo qui? Non sarà che rimaniamo quelli di sempre? Umani in cerca di qualcosa, pronti ad amare o tradire, ma con la via di fuga: cancello l’amicizia e ciao. C’eravamo tanto amati.