Amicizia e web

Sono giorni che mi interrogo sul concetto di amicizia nell’era del web. Sono un’anima tormentata, sempre, ma ci sono eventi particolari che mi fanno riflettere. In questo caso, si tratta del trasferimento in un’altra città della mia più cara amica. Certo, oggi è più facile tenersi in contatto e mantenere i rapporti anche con persone conosciute in vacanza. Prima ci si scambiavano il numero di telefono e l’indirizzo postale, adesso si chiede l’amicizia su Facebook o il contatto Skype.

Una comodità? Può essere, ma a discapito della vita reale ho paura. E proprio oggi che medito di scrivere questo post esce un articolo su La Stampa intitolato “Non sappiamo più giocare alla vita”. È davvero bello avere mille amici da sentire sul web e poi non avere il tempo di vedere quelli che abitano a poca distanza? Ma poi, è davvero una questione di mancanza di tempo o di desiderio perché tanto ci si sente online?

Non ho risposte purtroppo, ma solo domande che mi affollano la mente e che mi fanno sentire ancora di più la mancanza di chi vorrei avere qui per bere un caffè.

È vero che un trasferimento, per un genitore o un amico, è meno doloroso grazie alla facilità di comunicazione ma, diciamoci la verità, con quante persone conosciute in giro saremmo ancora in contatto se non ci fosse Facebook? Credo che si potrebbero contare sulle dita di una mano, o poco più.

Non potrei fare a meno di internet, che sia chiaro, ci lavoro e lo reputo una risorsa immensa ma vorrei evitare di farmi fagocitare dalle sue dinamiche insane. Vorrei tornare al momento in cui per vedersi non bastava stare davanti a un monitor. Vorrei tornare a quando gli amici erano tutti vicini per non dover sentire la loro mancanza. È anche un po’ colpa del web, perché senza ci occuperemmo delle relazioni sociali con più convinzione. Ci ha resi pigri anche se il viaggio è il nostro mestiere e, ormai, non possiamo più farne davvero a meno.