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Amnistia ad personam?

Creato il 09 ottobre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
Amnistia e indulto: Giorgio Napolitano scrive alle camere per fronteggiare l'emergenza delle nostre carceri, le più disumane d'Europa.

Photo credit: paz.ca / Foter / CC BY

De Amnistia et indulto? Non poteva essere più chiaro e sprezzante il primo messaggio alle Camere del secondo mandato di Giorgio Napolitano. Il presidente ha infatti affrontato con sincera asprezza una delle principali questioni irrisolte del nostro paese: il sovraffollamento della carceri.

Come lo stesso presidente della Repubblica ha dichiarato nel suo messaggio, l’Italia ha purtroppo il triste primato, tra gli stati UE, del più alto livello di congestione delle carceri. Se la civiltà di un paese si misura anche dallo stato delle carceri, abbiamo molto da fare per rimediare alle violazioni in materia, recentemente contestate anche dalla Corte di Strasburgo.

“E’ dovere morale, prima ancora che giuridico e politico – continua Napolitano – ridurre il numero complessivo di detenuti, anche attraverso l’adozione congiunta di rimedi straordinari quali l’indulto e l’amnistia”.

Se non fossimo in Italia, se non avessimo un governo di larghe intese, se non esistesse il caso Berlusconi, sicuramente a questo messaggio

sarebbe conseguito un sereno e  risoluto  dibattito sulla necessità o meno di provvedimenti di tal fattura. Ma dal momento che, come diceva qualcuno, per fortuna o non, “siamo in Italia”, le contestazioni del Movimento 5 Stelle alle parole di Napolitano potrebbero non essere strumentali.

Si spiegherebbe infatti uno, forse il principale, dei motivi per i quali lo scorso mercoledì , così repentinamente, Berlusconi cambiò idea sulla fiducia da dare al governo Letta. Se non fosse stata cioè solamente la ribellione di Alfano e dei suoi a fare arrendere il Cavaliere, ma un intervento del Colle? Non sarebbe infatti da escludere l’ennesimo esercizio di “moral suasion” da parte di un presidente che ci ha abituati al suo interventismo. Re Giorgio potrebbe avere colpito ancora, sempre con la discrezione che lo contraddistingue. Fiducia e salvacondotto potrebbero essere due facce della stessa medaglia.

Quanto un accordo di questo tipo sia lontano dalla realtà si scoprirà nei prossimi giorni. E sempre nei prossimi giorni si svelerà l’eventuale complicità del Partito Democratico. Per l’amnistia, e soprattutto perché questa possa essere di vantaggio a Berlusconi, occorre contingentare il più possibile i tempi (la votazione definitiva sulla decadenza si sta avvicinando), inserire i reati fiscali (il reato di cui è colpevole Berlusconi è frode fiscale) tra quelli da amnistiare e votare il provvedimento a maggioranza dei 2/3.  Il PD allora dovrà pagare dazio, salvando il suo peggior nemico, o preferirà piuttosto fare saltare il tavolo? O avrà il coraggio, votando a favore dell’amnistia, di escludere i reati fiscali e quindi il salvacondotto di Berlusconi?


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