Ricordo come mi guardavi
quando ogni mio pensiero era il riflesso di ogni tua azione
come i tuoi occhi grandi
disegnati sui vetri a parete quando guardavamo il sole.
Ed ogni mia azione
come appesa a un filo
sottile e mal teso agli angoli delle nostre labbra
che continuamente strattonavi con ogni tua fredda espressione
scagliandomi contro un’armonica instabilità
che mi raggiungeva
e mi attraversava
lasciandone sospesa ogni risoluzione
come per affidarla al silenzioso essere noi
o all’imbarazzante immaginazione di terzi.
[...]
La mia persona
dominio del tuo disappunto
immagine di ogni tua emozione
decisa a non sorridere
per essere felice
ora eccola
nel passo sospeso oltre il ciglio della tua ombra.