
Peter Sagan sapeva che il percorso era adatto a lui, e sapeva anche che la buona condizione del pavè non poteva essere sparita. La dimostrazione l’ha data sul Cauberg, ultima côte dell’Amstel Gold Race: con una accelerata delle sue si è involtato verso il traguardo ma, a pochi metri dalla linea, Gasparotto e Venendert l’hanno beffato. Sul podio, Sagan sale dunque sul terzo gradino del podio.
«Fossi partito qualche secondo dopo, sarei arrivato davanti a tutti: ho ceduto solo negli ultimi metri, che rabbia…» ha affermato a caldo Peter Sagan. Tempo di ricevere i complimenti del team manager Amadio e del DS Volpi, e lo slovacco si è reso conto che il risultato ottenuto è di tutto rispetto: «Corro sempre per vincere e veder sfuggire il successo per pochi metri mi rammarica. D’altro canto, però, un podio all’Amstel Gold Race è un risultato più che buono. Il finale di corsa, oltretutto, era molto difficile da interpretare. Eravamo in tanti e bisognava avere occhi per parecchi avversari. All’inizio della salita sono rimasto chiuso sulle transenne, poi ho visto partire Gilbert e non ci ho pensato due volte. Con il senno di poi avrei dovuto avere pazienza, ma dopo dopi 250 chilometri la lucidità di pensiero è quella che è. Tutta esperienza per il futuro: oggi ho capito che è una classica che posso vincere. Il quando, ovviamente, è tutto da vedere».
Per il secondo capitano della Liquigas-Cannondale, Vincenzo Nibali, arrivo in gruppo.
«Le sensazioni non erano cattive, poi ho patito le accelerate nel finale e ho mollato il colpo. Sapevo che il rischio dell’ambientamento dopo il ritiro in altura poteva farmi soffrire: prendo questa corsa come un utile rodaggio per Flèche Wallonne e Liege-Bastogne-Liege».
Comunicato stampa Liquigas-Cannondale





