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Ieri dopo il viaggio della speranza, siamo sbarcati ad Amsterdam. Perché della speranza?
Già la partenza non è stata delle migliori, volare a 180km/h in autostrada per arrivare due minuti prima della chiusura del gate, con il fiatone e un elenco di parolacce infinite nella testa, non lo passiamo chiamare un buon inizio.Su due ore di tratta, una e tre quarti sono passate in piena turbolenza e vi giuro, ho avuto paura, ho anche ho pregato ad un certo punto, cacata sotto dalla paura, ma non serviva a molto, il tremolio brutto brutto non smetteva, o se smetteva riprendeva subito. La ciliegina sulla torta è stato l'atterraggio, di quelli che ti fanno sentire tutto tutto, la botta del carrello sull'asfalto, il rimbalzo e l'atterraggio definitivo, è anche scattato l'applauso al pilota, una volta fermi e al sicuro, ma io gli avrei fatto volentieri scattare un bel calcio in culo collettivo per l'incapacità ad atterrare in modo decente.Fuori, manco a dirlo, pioveva a dirotto e faceva, fa un freddo cane. Poi un ora e 45 in pullman da Eindhoven ad Amsterdam, con il traffico a palla, anche in Olanda non scherzano a ingorghi e l'andamento delle formiche addormentate.Amsterdam Stazione Centrale e la ricerca infinita del tram per l'hotel.Poi finalmente Pace.Doccia, vestiti, puliti e via dagli amici che ci aspettavano in centro. Ma qual'è il centro ad Amsterdam? La prima cosa che ho visto di questa specie di Wonderland della trasgressione è stato il Quartiere a luci rosse. Se venite qui non portatevi mai e dico mai una macchinetta fotografica, o se l'avete tenetela ben nascosta. Rischiate di restare senza o come è successo a me di essere riempiti di parolacce e imprecazioni dalla testa ai piedi da una prostituta un metro di altezza, per due di larghezza, che mi ha lasciato basita e senza parole. Fortuna l'avevo solo appesa al collo ed era spenta, non oso immaginare se la stessi usando. Il bello e che le parolacce erano pure tutte in italiano. Insomma foto a parte, le fighe a Amsterdam si buttano, allucinate e veramente sconvolgente se penso che qui ci battiamo contro lo sfruttamento della donna oggetto.
Stamane alla luce del sole, ho cominciato ad apprezzare la città. A partire dal nostro hotel che, lasciatemelo dire è troppo figo, di design e super curato fin nei particolari. Colazione in vetrina a via a spasso per la città in cui a comandare sono le biciclette.
Amsterdam la Venezia del Nord, tra canali, ponti e umidità alle stelle. I miei capelli hanno proclamato autogestione. I ciclisti dettano legge sugli automobilisti, se investono un pedone hanno sempre ragione e i servizi pubblici sono talmente puntuali da indurmi a pensare che siano guidati da robot pre programmati. Le case sono storte, no non le ho guardate dopo fumato, sono davvero storte e c'è un suo perché, che se venite qui ve lo raccontano.
Cartina alla mano mi sono sfiziata alla grande, tra i mercatini di Waterlooplein, Albert Cuyp e il famosissimo mercato dei tulipani. Ci trovi davvero di tutto in questi posti, dalla gente strana alla roba che vende che è ancora più strana di loro, però che meraviglia. Semi, oggetti vintage, preghiere tibetane, stoffe e la bancarella più inattesa, quella dei vestiti per le bambole.
Giochi di strada, design, arte, natura, sexy shop e coffee shop, tutto mixato con cura in un mosaico perfetto di una società che nonostante tutto, funziona.
Non come noi italiani, che ormai siamo la barzelletta d'Europa.
Incapaci pure di fare una protesta come si deve, senza che qualcuno ce la mandi in puttane. Questi sono gli Indignati Olandesi, accampati in pianta stabile vicino piazza Dam e con cui abbiamo passato del tempo a preparare il pranzo sociale e a discutere di politica, senza urlare, con un chitarra di sottofondo, senza capirci bene, ma intontendoci alla grande anche se con tre lingue diverse, italiano, olandese ed inglese e un cosa importante in comune, la speranza nel futuro.
Domani, tocca ai musei che oggi avevano file improbabili, al quartiere jordaan che promette sorprese in fatto di stravaganze e al paesino di Herlem qui vicino, dove vivono i nostri amici. Ora ci prepariamo, andiamo in Leidseplein.
Song: Plain Whaite t's - Hey there DelilahQuesta canzone la cantava questo pomeriggio un ragazzo, un artista di strada, in piazza Dam, era bravissimo e credo sia una colonna sonora perfetta.
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