“An Escape from Poverty”. Il nuovo ceto medio nelle dinamiche di crescita dell’America Latina

L'ultimo ventennio latino-americano è stato caratterizzato da una serie di profonde trasformazioni sociali, effetto anche dei positivi risultati raggiunti in ambito commerciale, al miglioramento delle politiche di cooperazione all'interno del sub-Continente e, infine, alla crescita economica dell'Alleanza del Pacifico (AP) in ambito regionale e dei BRICS su scala globale, in cui il Brasile gioca un ruolo rilevante.

La volontà politica di ripristinare i rapporti internazionali con partner storicamente ostili, come gli Stati Uniti, l'apparente superamento di storiche diatribe interne al gruppo ABC (Argentina-Brasile-Cile) nella corsa alla leadership, nonché il miglioramento di politiche fiscali e monetarie, hanno riconosciuto all'America Latina lo status di seconda migliore macro-regione in via di sviluppo dopo quella dell'Est Europa nell'era post-sovietica. I programmi assistenziali brasiliani rivolti alle fasce di popolazione più emarginate, i riconoscimenti internazionali al socialismo venezuelano e cubano, le sfide costituzionali di Ecuador e Bolivia e la crescita esponenziale di Paesi come Cile, Messico e Perù, hanno completato infine una " long march through institutions " che migliorerà ulteriormente le posizioni dei Paesi già citati insieme a quelle di Argentina, Brasile e Colombia.

Sulla scia di un tale scenario, le ultime proiezioni per il 2030 recentemente diffuse dalla Banca Mondiale, evidenziano che la fuoriuscita di circa 200 milioni di persone dalle soglie di povertà sconvolgerà ulteriormente le future dinamiche sociali all'interno del sub-Continente. Tutto ciò comporterà per l'ambiente scientifico una nuova sfida da cogliere, in cui la possibile affermazione della " middle class" diventerà la nuova key factor nell'analisi del prossimo ventennio.

Le ultime proiezioni hanno confermato l' esponenziale crescita della classe media latino-americana. Dall'aumento del 24% nel 2005, con circa 135 milioni di cittadini, nel 2030 si raggiungerà il 43% ed il definitivo ingresso di altri 175 milioni di sudamericani all'interno di un segmento sociale, quello medio appunto, che conterà 310 milioni di facenti parte. Una potenzialità, quella della nuova classe media, in cui ha influito l'aspetto demografico grazie al costante alto livello di nascite, nonché la riduzione della mortalità infantile. Tuttavia, tali variabili sottolineano come miglioramenti insieme all'ulteriore crescita della classe media potrebbero condurre verso uno scenario ingestibile già a partite dal prossimo 2020.

In America Latina, secondo i dati promulgati dall'Economic Mobility and Rise of the Latin America Middle Class, la crescita del ceto medio tra il 2003 e 2009 è stata di circa il 50%, con un terzo delle famiglie dell'intera regione considerate all'interno dei nuovi parametri con la quale la classe media viene indicizzata. A tale scenario si aggiunge anche quello riguardante i positivi livelli raggiunti sulla riduzione della povertà nel sub-Continente, intorno al 30-40%, pari a 50 milioni di cittadini fuoriusciti dalle soglie più a rischio di emarginazione. In tal caso, i risultati raggiunti dal governo di Brasilia appaiono ancora più rilevanti, in quanto circa 30 milioni di cittadini latino-americani fuorusciti dalle soglie di povertà sono riconducibili proprio al contesto brasiliano.

Laddove il ceto medio ha rappresentato, continuandolo a fare, un nuovo attore economico sia in politica nazionale sia in un contesto internazionale, le convinzioni scientifiche di Jr. Moore appaiono confermate. Studiando già alla fine degli anni Sessanta i probabili scenari della terza ondata di democratizzazione, il sociologo statunitense affermava che " non possono esserci democrazie e consolidamento laddove non si sia sviluppata una classe borghese [...] e se non si consolida una nuova classe di commercianti e industriali ".

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