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Anche Dione potrebbe avere un oceano sotto la superficie, gli indizi arrivano dalla sonda della NASA Cassini

Creato il 30 maggio 2013 da Aliveuniverseimages @aliveuniverseim

DIONE and SATURN - W00074069-70-71 uv-grn-ir filter

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"Courtesy NASA/JPL-California Institute of Tecnology." processing 2di7 & titanio44

Vista da lontano sembra un mondo morto, ghiacciato e poco interessante ma grazie alle immagini ravvicinate della sonda della NASA Cassini gli scienziati hanno trovato le prove che Dione nel passato era una luna attiva e, in parte, potrebbe esserlo ancora oggi.

Grazie ad un flyby ravvicinato sui una montagna lunga 800 chilometri della sua superficie, i ricercatori sospettano che Dione fosse stata un tempo come Encelado.

DIONE anaglyph n00193084-88-89 IR

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"Courtesy NASA/JPL-California Institute of Tecnology." processing 2di7 & titanio44

Altri corpi del nostro Sistema Solare potrebbero nascondere oceani sotto la superficie, come le lune di Saturno, Encelado e Titano, o la luna di Giove, Europa: sono i luoghi in cui geologi e scienziati cercano i mattoni della vita.

Supporre un oceano anche sotto la superficie di Dione aprirebbe nuove possibilità e renderebbe estremamente interessanti altri luoghi finora considerati quasi noiosi e privi di particolare interesse.

DIONE and TITAN

DIONE and TITAN
"Courtesy NASA/JPL-California Institute of Tecnology." processing 2di7 & titanio44

Tracce di attività sono state recentemente scoperte dalla sonda della NASA Cassini: il suo magnetometro ha rilevato un flusso di deboli particelle arrivare dalla luna e le immagini hanno mostrato l'evidenza di un possibile strato liquido o fangoso sotto la dura crosta di ghiaccio.

Altri scatti hanno rivelato antiche fratture simili a quelle presenti sulla superficie di Encelado.

Lo studio è stato pubblicato sul numero di marzo della rivista Icaro: la montagna esaminata si chiama Janiculum Dorsa, alta 1 / 2 chilometri. La crosta lunare sembra arricciarsi sotto questa montagna.

"La flessione della superficie sotto Janiculum Dorsa suggerisce che la crosta ghiacciata era calda e il modo migliore per ottenere calore è supporre che Dione avesse un oceano sotto la superficie quando la cresta si formata", ha detto Noah Hammond, dell'Università di Brown University, Providence, RI, autore principale dello studio.

Dione - Janiculum Dorsa

Credit: NASA/JPL-Caltech/SSI/Brown

Dione viene riscaldata, allungata e schiacciata quando si avvicina a Saturno nella sua orbita. Con una crosta ghiacciata che può scivolare in modo indipendente rispetto al nucleo della luna, l'influenza gravitazionale di Saturno può generare molto più calore (oltre dieci volte di più). Altre spiegazioni possibili, come un hotspot locale o un'orbita selvaggia, sembrano alquanto improbabili.

Se così fosse, gli scienziati dovranno scoprire come mai Encelado è rimasta così attiva mentre Dione sembra essersi placata: una possibile causa potrebbe essere ricercata negli elementi presenti nel nucleo. In ogni caso, gli oceani sotto la superficie liquida sembrano essere comuni in questi satelliti ghiacciati, più di quanto si potesse immaginare, alimentando la speranza in nuovi mondi da esplorare.

Anche se la missione Cassini volgerà al termine nel 2017 e il 9 marzo 2013 la sonda ha effettuato l'ultimo flyby su Rhea, per Dione non mancheranno altre occasioni:
"La missione su Saturno è in corso da quasi 9 anni e si prevede di continuare per altri 4", spiega Porcu. "Sono previsti altri flyby mirati sulle lune Dione, nel mese di giugno e agosto 2015 e Enceladus, ad ottobre e dicembre 2015; questo è tutto ciò che rimane sulla lista per l'esplorazione dettagliata delle lune di Saturno di medie dimensioni".


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