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Anche gli incivili cucinano 2: camilla gigante con ripieno croccante.

Creato il 24 ottobre 2010 da Clarinettem

Avete presente le Camille, quelle buonissime brioche alla carota? Ecco. Con la storia dell’intolleranza al lattosio sono secoli che non ne assaggio una e devo ammettere che, fra tutte le schifezzuole varie ed eventuali, sono quelle che mi mancano di più.
Ho tentato di rimuoverle dalla mia memoria. Di dimenticare il loro gusto delicato e quell’aura di prodottosanofattoconlecarotechesonoverdureefannotantobene che le contraddistingue facendoti quasi dimenticare che, in realtà, chissà cosa c’è dentro oltre alle carote.
Ci sono riuscita per un paio d’anni. Forse tre. Il mese scorso non ho più retto ed è stato allora che un pensiero ha cominciato a tormentarmi.
Potresti usare il tuo nuovo super potere, quello che hai appena scoperto e che non pensavi di possedere nemmeno lontanamente, mi dicevo: il potere di amalgamare tuorli e zucchero, di montare a neve albumi e imburrare teglie da forno (sul potere di rompere le uova senza frantumare il guscio in mille pezzi ci stiamo ancora lavorando). Il potere di creare dolci!

E dunque eccola qui: una camillona con tanto di modifiche e aggiunta di ingredienti.
Sana sana, senza burro né latte.

A voi la ricetta.

Difficoltà: facile.

Tempo di preparazione: 20 minuti (più tempo di cottura).

Ingredienti:

Anche gli incivili cucinano 2: camilla gigante con ripieno croccante.

400 grammi di carote
3 uova
300 grammi di farina
300 grammi di zucchero
150 grammi di noci “sbriciolate” (ma potete usare anche mandorle o nocciole)
1 bicchiere scarso di olio di semi
1 bustina di vanillina
1 bustina di lievito per dolci (se la farina non è auotolievitante)
Il succo di un arancio
1 pizzico di sale

Per la guarnizione:
2 cucchiaini di miele
Codette di zucchero multicolore q.b.

Procedimento:
Pulite le carote e frullatele. Se non disponete di un frullatore potete semplicemente grattugiarle.
In una terrina unite le uova allo zucchero, quindi aggiungete il succo d’arancio, la bustina di vanillina, l’olio di semi e un pizzico di sale. Amalgamate fino ad ottenere un composto omogeneo, quindi incorporate i 400 grammi di farina (precedentemente setacciata) cui avrete avuto cura di aggiungere, se non si tratta di farina autolievitante, una bustina di lievito in polvere per dolci. Mescolate facendo attenzione a non lasciar formare grumi (la farina va aggiunta un poco alla volta, senza fretta – meglio usare uno sbattitore elettrico per questa prima fase, vi faciliterà le cose -), infine unite le carote e le noci.
Vi sembrerà che il composto sia un po’ troppo liquido. Niente paura! Ci metterà un po’ di più a cuocere (dipende dal forno, la mia camillona ha impiegato circa un’ora prima d’essere pronta), ma il risultato sarà comunque ottimo. Fatta così, infatti, rimane “umida” all’interno, in modo che anche il giorno dopo si conservi bene senza perdere la morbidezza.
Ponete in forno (preriscaldato a 180°) e lasciate cuocere per circa 35 minuti prima di aprire e controllare la cottura con uno stecchino (ovvio, ma sempre meglio ripeterlo: se lo stecchino esce asciutto il vostro dolce è pronto, altrimenti no). In ogni caso NON aprite mai il forno prima che la torta si sia gonfiata o comunque nei minuti immediatamente successivi a tale avvenimento.

Per la guarnizione:
Dipende dai gusti e dalla destinazione del dolce. C’è chi, usando le mandorle anziché le noci, ne mette qualche scaglia sopra prima della cottura in modo che poi risaltino una volta pronta la torta.
Altri, più seri ed eleganti, si affidano alla classica spolverata di zucchero a velo.
Quando invece la nostra torta è dedicata ai bambini (oppure quando la cuoca, come nel mio caso, si sente un po’ bimbainside) si può utilizzare una manciata di codette di zucchero multicolore, divertenti e festose.
In quest’ultimo caso, fate sciogliere 2 cucchiaini di miele d’arancio (bastano 30 secondi nel microonde) e con l’aiuto di un pennello mettetene un velo sulla torta. Quindi sbizzarritevi con le codette.
Ho usato miele d’arancio perché ha un gusto così delicato da essere quasi insapore e perché comunque richiama il succo che abbiamo messo nella torta. Nulla impedisce di usare un altro tipo di miele o, più semplicemente, una spennellata di marmellata.

Et voilà, la vostra camillona è servita!

La mia è stata un successo e lo dico a ragion veduta, visto che ha dovuto superare il giudizio di mia madre e delle mie due zie, tre cuoche a dir poco eccellenti e maestre nel fare torte.

Buon appetito!



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