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Anche i sindacati, non solo Arvedi, hanno diffidato il comitato “Star bene in ambiente sano”. Autorità comunali assenti, politica senza parole, tranne Alessia Manfredini

Creato il 27 giugno 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

È incredibile che un’acciaieria pretenda di autocertificarsi come azienda totalmente salubre e diffidi chiunque parli di diossina. I controlli sulle emissioni spettano ad autorità indipendenti e vanno compiuti a tutela di cittadini e lavoratori. Lo vuole la legge, null’altro. Il controllore non può essere il controllato e l’articolo 41 della Costituzione sancisce la responsabilità sociale delle aziende. Comune e Provincia però non c’erano, come se un convegno seguito da 200 persone circa il sabato pomeriggio su un tema grave come la diossina non interessasse i politici! Ai quali interessano però i contributi Arvedi 2008, al Pd e al Pdl (donazioni legali di 300mila euro).
Con questo nessunissimo vuole chiudere l’Arvedi, impedire al gruppo industriale di lavorare e togliere il posto a duemila persone. Non siamo pazzi. Non è il gruppo Arvedi oggetto di polemica, bensì le autorità civili. L’auspicio raccolto da questo blog è che semplicemente i controlli si facciano e siamo indipendenti, senza odio, pregiudizio, rancore. I sindacati diffidato anche loro. Strano perché tutti gli uomini desiderano godere di buona salute. Il sindaco ha una responsabilità specifica per legge ma non si fa vedere. Gli interessano solo i galà del museo del violino? Al Movimento 5 stelle no, e anche Alessia Manfredini (Pd) era tra il pubblico e ha chiesto al sindaco di valutare i documenti.
Per ipotesi qualcosa non va nelle emissioni del gruppo Arvedi? Si risolve il problema. La medicina esiste per curare e anche l’aria, il terreno, tutto l’ambiente hanno bisogno di controlli e cura.
Il gruppo Arvedi ha diffidato il comitato prima dell’incontro a essere nominato in relazione alla diossina. Veda prima le analisi!
Arvedi non è una bandiera politica o uno spartiacque storico. Non è giudice di se stesso. È stato però abituato da Comune e Provincia a sentirsi dire sempre di sì.
Si ricorda un controllo indipendente del 2009, chiesto dall’amministrazione provinciale, allora guidata da Giuseppe Torchio. La sudditanza verso Arvedi, non Arvedi, ha nuociuto enormemente a Cremona, le cui istituzioni hanno perso consapevolezza e responsabilità verso i cittadini. Questo è il fallimento di Comune e Provincia.
Ricordiamo che prima dell’incidente di Seveso nessuno parlava di diossina né c’erano norme adeguate, e che prima dei morti di tumore a causa dell’amianto, l’amianto era una sostanza meravigliosa. Le scienze si evolvono ma il confronto libero, franco, democratico, alla pari resta oggi a Cremona impossibile.

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