Lo Stato federale del Messico sta portando avanti una lotta contro l’impresa Uber, spinto dalle pressioni di lobby e dalle manifestazioni dei tassisti.
Il caso Uber in Italia
In Italia il caso è noto: le proteste dei tassisti italiani continuano imperterrite nelle città dove è presente il servizio di Uber. Il Governo Renzi aveva l’intenzione di liberalizzare il settore del trasporto privato inserendolo nel pacchetto sulle liberalizzazioni da poco approvato, ma la materia è rimasta fuori dalla normativa, così come il settore delle farmacie. La lobby dei tassisti italiana è riuscita a tenere sotto scacco il Governo, annunciando una serie di scioperi del servizio proprio nell’anno decisivo dell’Expo. In Italia, però, la tendenza sembra quella di liberalizzare il settore e quindi permettere ad Uber e altre società simili, che operano nel trasporto automobilistico privato, di non essere più contrastati da gruppi di interesse. Questo non accade invece in Messico.
Il caso Uber in Messico
In Messico, Uber non viene solo combattuto nella sua attività dai tassisti ma anche dagli stessi Stati messicani. La Segreteria del Trabajo y Previsiòn Social (STPS) dello Stato di Jalisco ha annunciato che procederà nell’applicare sanzioni amministrative alla società con l’accusa di aver violato delle norme sul lavoro senza specificarne esattamente quali, a parte il fatto che non abbiano utilizzato il contratto di lavoro standard previsto dalla legge statale.
Un’altra critica che viene mossa ad Uber è la questione del pagamento delle imposte. Secondo i tassisti, non verrebbero pagate le tasse sui ricavi che derivano da ogni corsa, così come fanno i tassisti abusivi. Questa accusa sembrerebbe poco veritiera, in quanto ogni pagamento del servizio della società di trasporto privato avviene elettronicamente e quindi sono più controllati rispetto ad dei pagamenti in contanti.
Le proteste messicane non si fermano ai singoli Stati, ma arrivano anche davanti al palazzo del Governo federale: ciò che non si è ancora inteso è che il successo di Uber è dovuto alla sua capacità di soddisfare una necessità sentita da tutti i consumatori, visti anche i prezzi che hanno raggiunto le corse in taxi, avendo quest’ultimi un monopolio che dura da anni.
In Messico la tensione rimane comunque alta, in quanto i tassisti accusano la società di essere un mezzo di propaganda del capitalismo americano, sempre visto di cattivo occhio dai paesi dell’America Latina, con un conseguente aumento di pressione sui governi degli Stati messicani.
Tags:messico,taxi,Uber