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Anche il Nepal trema: il nostro pianeta sta cadendo a pezzi?

Creato il 05 maggio 2015 da Allocco @allocco_info

Il terribile sisma dello scorso 25 aprile in Nepal ha mietuto circa 6.128 vittime e provocato danni per 3,5 miliardi di dollari. I terremoti sono dei fenomeni naturali e quello accaduto in Nepal con epicentro a 80 Km a nord-ovest di Kathmandu ed una  magnitudo di 7.9 nella scala Richter non ne è certo l’ultimo esempio. In questi casi, la forza devastante della natura viene additata come l’unica crudele responsabile delle devastazioni provocate. Anche l’intervento antropico sull’ambiente però contribuisce ad amplificare questo tipo di fenomeni. Il nostro pianeta internamente è costituito da strati concentrici. Quello più superficiale è la crosta terrestre, suddivisa in continentale ed oceanica.

La prima ha uno spessore che non supera i 70 km, una densità di 2,5 g/cm3 ed é formata in gran parte da graniti e  silicati di alluminio. L’altra costituita in prevalenza da basalti e gabbri, ha uno spessore medio di 6 km e densità di 3 g/cm3. La maggior parte dei terremoti avviene in zone della Terra dove la crosta terrestre è sottoposta a deformazione. In questo processo sono coinvolte due tipi di forze: quelle tettoniche delle placche e quelle gravitazionali. Le zone dove le rocce si fratturano producendo faglie sono quelle dove avrà luogo la deformazione crostale e quindi il sisma. L’attività umana di grande portata effettuata sia a livello del sottosuolo che in superficie causa quella che la comunità scientifica definisce “sismicità indotta”. Interventi di questo genere sono riconducibili ad iniezioni di acqua ad alta pressione, CO2 e acque di scarico nel sottosuolo, estrazione di petrolio e gas naturale tramite fracking, progetti dell’industria mineraria, costruzione di tunnel, dighe e di edifici imponenti per altezza e peso, primo riempimento con acqua dei laghi artificiali

Sezione della crosta terrestre.

Sezione della crosta terrestre.

Christian Klose ricercatore di rischi geologici al Lamont-Doherty Earth Observatory di Columbia ha stimato che il 25% degli eventi sismici registrati in Gran Bretagna sono stati causati dall’uomo. Secondo uno studio del 2011 dell’ISPRA il nostro bel Paese a causa della sua particolare posizione nel contesto geodinamico del Mediterraneo è uno degli Stati a maggiore pericolosità sismica dell’Europa. Purtroppo, non si può diminuire la pericolosità sismica, ma bisogna agire per ridurre il rischio ambientale. Attualmente, la classificazione sismica del territorio nazionale ha come riferimento per la progettazione edile la mappa elaborata dall’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia). D’altra parte, l’elevata vulnerabilità del patrimonio edilizio italiano rappresenta un problema la cui soluzione richiede tempi lunghi ed interventi programmatici a livello nazionale. Intanto, per contrastare l’abusivismo edilizio basterebbe una maggiore consapevolezza del rischio sismico. Quando arriverà il prossimo sisma ricordiamoci, che la natura deturpata e saccheggiata ci sta già presentando il conto …

Effetto antropico sui terremoti.

Effetto antropico sui terremoti.

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