Anche in campania solo un governo tecnico puo’ salvarci
Creato il 28 febbraio 2012 da Ciro_pastore
Con l’adesione di Maisto, cresce il gruppo consiliare del Presidente della RegioneANCHE IN CAMPANIA SOLO UN GOVERNO TECNICO PUO’ SALVARCILo spappolamento del PdL, l’inconsistenza del PD e la volubilità dei consiglieri centristi non garantiscono un futuro alla Campania Il gruppo consiliare “CON CALDORO” con il passaggio inatteso (?) di Maisto (ex API, ma ex un po’ di tutte le sigle) si compone di ben nove consiglieri, portando la maggioranza a contare ben 39 voti su 60 in Consiglio Regionale. Inutile commentare, peraltro, l’ennesimo episodio di trasformismo politico. Non si contano più, infatti, i camaleonti della politica che fanno a gara con Nick Amoruso, il calciatore che ha cambiato più casacche nella storia del calcio professionistico (in 18 anni 16 squadre). Trasformismo a parte, fenomeno endemico nella politica campana, mai come ora, sembrerebbe che la maggioranza sia salda, anzi inespugnabile. Invece? Invece, no.È percepibile anche dai profani che la maggioranza è fortemente condizionata, nonostante i numeri dicano il contrario, dallo spappolamento del PDL che vive una stagione di faide interne. Un partito che nemmeno l’arrivo di un commissario plenipotenziario e risoluto come Nitto Palma – non a caso, soprannominato con salacia dai cronisti NAPALM – riesce a ricondurre ad una parvenza di unità. Le accuse incrociate di “brogli” sui tesseramenti (peraltro, male comune a tutti i partiti in Campania) sono solo l’ultimo dei motivi di scontro fra i vari ras, intenti a ritagliarsi un nuovo ruolo nel partito. Il “depotenziamento giudiziario” dell’Era Cosentino ha, infatti, scatenato una lotta alla successione che ha dato nuova linfa alle varie anime, storiche e non, di un partito che pare tenuto insieme soltanto dal potente collante della gestione del Potere. Napalm assicura che a marzo ci saranno i congressi ma, ammesso che ciò accada, il partito ci arriverà spaccato in molte fazioni, almeno tante quante erano le diverse anime politiche da cui nacque. Assisteremo, sicuramente, ad una fase di logoramento che avrà certamente riflessi sull’attività non solo del Consiglio Regionale ma, soprattutto, della Giunta.Per quanto riguarda il PD, meglio stendere un velo pietoso. Parafrasando la Fallaci, un partito mai nato. InCampania, si può affermare partito abortitoche vivacchia in una spenta opposizione di maniera. Acciaccato, quasi tramortito, da una serie di batoste elettorali (comprese le oramai consuete sconfitte nelle Primarie di coalizione), la pattuglia democrat in Consiglio Regionale vive alla giornata, nella speranza che il centrodestra collassi da solo. I vertici regionali del partito, poi, sono così grigi ed eterei che vi sfido a verificare quanto misconosciuti siano, anche tra i tesserati. A proposito di tesserati, un suggerimento alla magistratura: scavate anche tra gli iscritti del PD e, probabilmente, salteranno fuori un bel po’ di anomalie anche lì.Veniamo ai centristi o Terzo Polo, che dir si voglia. Alla fine della fiera, mi pare si possa tranquillamente affermare che al centro ci sia solo la UDC. Scioltasi come neve al sole di primavera API, in totale arretramento FLI, non restano che le coriacee truppe cammellate di Casini. La lotta intestina fra nuovi ras (Sommese/Zinzi) ed il vecchio ma immarcescibile viceré (De Mita da Nusco) si combatte con maggiore understatement ma con medesima asprezza sotterranea. Sommese, abile conoscitore delle macchine organizzative congressuali, con la fattiva collaborazione del Presidente della Provincia di Caserta, Zinzi, punta a scalzare “democraticamente” il filosofo avellinese, restio a passare la mano, nonostante veleggi ampiamente oltre il muro degli ottant’anni. Non di solo ricambio generazionale si tratta, ovviamente. Esiste una tradizione filogovernativa che va rispettata e che risale ai tempi della DC di Mensorio. Sempre in bilico tra UDC e PDL, ma anche con qualche tentazione verso la lista CALDORO, i centristi campani sono sempre pronti ad immolarsi per una poltrona che conta.Siamo giunti, infine, alla pattuglia sempre più folta dei caldoriani, per scelta o per interesse. Grazie alle abili e disinibite capacità attrattive esercitate da una vecchia volpe della Prima Repubblica (Gennaro Salvatore), le truppe del Governatore si rimpinguano sempre più. Certo, che i nuovi adepti siano servitori fedeli, non è dato sapere. Quello che conta, però, è che siano compatte attorno al progetto Caldoro. The President, partito nella sua esperienza governativa come una sorta di re travicello in balia del PDL, ha pian piano rinsaldato la sua posizione, forte della semplicistica strategia che vede chi ha il bastone del comando in mano, alla fine, sempre vincente. Non che abbia brillato per personalità, né che abbia convinto i cittadini campani sulle sue capacità amministrative. Dopo due anni incolori, inodori ed insapori, quello che conta è che tutti i consiglieri di maggioranza sanno che o con lui alla guida o si torna a casa. E, siccome gli investimenti per le campagne elettorali non sono ancora rientrati, nessuno se la sente di affrontare una nuova e più costosa rissa elettorale, da accoppiare alle politiche del 2013, magari. Evenienza da scongiurare ad ogni costo. Quindi il Re Travicello, gioco- forza, diventa un Re Leone. E chi se lo sarebbe mai aspettato!!!L’intricatissimo panorama degli equilibri politici e la comatosa condizione dell’economia della nostra regione pretendono, però, un’azione di governo risoluta e radicale. Radicale nelle scelte impopolari da prendere; risoluta nell’applicazione delle stesse. Galleggiare non è più consentito. Si profila una primavera calda, caldissima, e non sotto il profilo meteorologico. La crisi strutturale di interi comparti dell’economia campana (TPL, sanità, costruzioni ferroviarie, cantieristica) getterà nel panico migliaia di lavoratori che si riverseranno nelle strade a difesa dei livelli occupazionali. Il conflitto sociale, a stento tenuto a bada, si inasprirà con la criminalità organizzata pronta a soffiare sul fuoco della protesta ed in agguato per ritagliarsi spazi di potere. Insomma, un quadro paurosamente esplosivo a cui occorre dare risposte concrete. Ecco perché non si vede altra alternativa ad un Governo tecnico anche in Campania. Sotto la guida del Governatore, ovviamente, ma con i partiti che si fanno da parte, pronti a sostenere, in maniera bipartisan, scelte dolorose ma inevitabili.Ciro Pastore – Il Signore degli Agnelli
Potrebbero interessarti anche :