La pesante reazione isterica del potere mediatico è stata la cartina tornasole per misurare la portata di questa vittoria, ed è stato divertente fare un giro di lettura dei vari articoli. Tra i più scatenati “Repubblica”, il “Manifesto” e “L’Unità”, poi a seguire il “Fatto Quotidiano” (che -per la cronaca- per la prima volta nella sua storia oggi pubblica un articolo in difesa addirittura di un cardinale cattolico!!!). “Repubblica”, dopo aver elogiato il pedofilo Roman Polansky in un articolo a tutta pagina, ha dedicato all’evento ben 4 articoli, con tanto di storiella di una donna sconvolta perché dei medici pro life le hanno fatto vedere il suo bambino appena abortito, a sottolineare la “violenza” degli anti-abortisti. “L’Unità” (tre articoli!) ci ha messo parecchia rabbia, con titoli del genere “Fondamentalisti in marcia”, evitando ovviamente di parlare delle centinaia di mamme e papà con passeggino e concentrandosi sulla presenza di alcuni esponenti di Forza Nuova. Su “Il Fatto Quotidiano” Daria Lucca, prima di insultare i medici obiettori, ha proposto di organizzare una class action contro i partecipanti alla marcia -definiti “fanatici”, “fondamentalisti” ecc.- per la diffamazione verso chi compie l’aborto. E se le centinaia di famiglie che hanno marciato formassero una class action contro la Lucca per diffamazione a mezzo stampa?
Il “Messaggero” (5 articoli!!), ha pubblicato la sua dose di bufale (come i cartelli sulle “donne assassine”, sulle “donne pagate per manifestare”, che poi erano otto ragazzi/e retribuiti/e che facevano fundraising, sui 200 autobus gratuiti, poi smentita dallo stesso quotidiano). Ha anche intervistato il cattolico Alberto Melloni, che da buon progressista del “Corriere della Sera” si è affrettato a scandalizzarsi e a dire che il Papa non ha parlato di tale Marcia, e quindi -secondo lui- ne avrebbe preso le distanze. La Marcia contro il “pensiero unico”, come ha scritto Giuliano Ferrara, è servita anche per svelare i lupi travestiti da agnelli.
Numerosi i blog che hanno preso in giro (ottimo l’articolo di “Campari e De Maistre”) le reazioni intolleranti e diffamatorie di alcuni quotidiani. La gente, presente in queste fotografie, è stata apostrofata in tutti i modi più dispregiativi ammessi su un quotodiano: “fondamentalisti”, “terroristi”, “nazisti”, “omofobi”, “razzisti” “antisemiti”, “integralisti”, “fascisti”, “violenti” ecc. Francesco Agnoli ha riassunto ironicamente su “Il Foglio” il terrorismo femminista e abortista che è stato attivato per screditare le belle e sorridenti famiglie pro-life, ricordando che lo stesso accanimento non si vede affatto quando il sindaco di Roma, Alemanno, appoggia la fiera porno-esibizionista del Gay Pride (la polemica è basata anche sulla partecipazione del Sindaco con la fascia tricolore e il patrocinio dato dal Comune). Per lo meno non c’è stata nessuna aggressione fisica, come invece accade puntualmente ad ogni marcia pro-life all’estero.
Significativo l’articolo apparso su “Il Tempo”: «resta comunque il dato, squallido, della strumentalizzazione squisitamente politica e vagamente elettorale di un evento che in una democrazia dovrebbe essere garantito, a prescindere. Resta altrimenti difficile per il cittadino comprendere come mai un’istituzione debba dare il patrocinio al Gay Pride e non alla marcia per la vita». Il quotidiano romano accusa la mistificazione fatta dal centrosinistra. Effettivamente i quotidiani che hanno sollevato le ire reazionarie sono tutti orientati verso una certa ideologia politica (torna in mente il bellissimo “L’Eskimo in redazione”, di Michele Brambilla), la stessa che attraverso il suo leader, Pierluigi Bersani, ha aperto in questi giorni alle unioni omosessuali. Certo, l’on Beppe Fioroni (Pd) ha valorizzato la Marcia. Le elezioni sembrano vicine, occorre riflettere.
Qui sotto uno dei video della Marcia, realizzato da “Io amo l’Italia”