La domanda che molti dirigenti, militanti o simpatizzanti del partito ci pongono è: che cos'è il 2.0?La risposta può risultare evasiva o criptica, in realtà rappresenta l'attuale stato del Progetto 2.0 che noi chiamiamo FASE 1.La seconda domanda che viene posta è "perchè"? Partire dal presente per ripercorrere le nostre mosse è sicuramente scelta utile e saggia per far comprendere al meglio quello che è stato attuato nell'inconsapevolezza generale, o quasi.Il nostro ultimo manifesto online infatti raffigura una scena del film Frankenstein Junior con una frase che racchiude bene questa prima fase
"Il 2.0 è riuscito a scoprire il segreto di infondere la vita nel partito, macché, anche di più: noi, proprio noi siamo divenuti capaci di rianimare nuovamente la materia inanimata"! SI PUO' FARE IL 2.0"
Il 2.0 è riuscito a scoprire il segreto di infondere la vita nel partito, macché, anche di più: noi, proprio noi siamo divenuti capaci di rianimare nuovamente la materia inanimata"! SI PUÒ FARE IL 2.0!Ecco i tre punti caratteristici di questa fase: 1- la critica, anche cinica, all'immobilismo e al fallimento del partito2- Il richiamo al 2.0 che ha come compito la rivoluzione del nostro agire politico3- Il metodo usato con tono aggressivo e a tratti provocatorio pronto a raccogliere le gride di malcontento che si porteranno dietro mesi di discussione.
Cos'è il 2.0.
Innanzitutto iniziamo col dire che il 2.0 è una sigla come tante altre, non nasconde un enigmatico significato. Esprime in maniera intuitiva una differenza, vuole essere altro. Ma altro da cosa? Crediamo che la linea del partito abbia chiaramente fallito, non lo diciamo noi, lo sta affermando la storia. E' una sconfitta che non nasce, ma finisce con la Sinistra Arcobaleno, un fallimento insomma che arriva da lontano. La Federazione della Sinistra è una scelta obbligata che non potrà ambire alla trasformazione di questa società allo stato attuale, è necessario come l'ossigeno una rivoluzione interna strutturale che non è più rinviabile. Per questo motivo a Torino nell'aprile del '10 per esplicita esigenza territoriale nasce il 2.0 e si trasforma in PROGETTO 2.0 a livello nazionale un mese dopo. Vorremmo subito chiarire un punto.Il 2.0 nasce dentro il partito e vuole lavorare dentro il partito.Da mesi tanti ci chiedono un manifesto del 2.0 che ne enunci i principi e le finalità.Non l'abbiamo mai fatto, o meglio l'abbiamo costruito, ma mai pubblicato. Perchè? La risposta è sempliceConsideriamo il 2.0 il nome che rappresenta tutti i laboratori politici che sono nati e nasceranno in Italia nel PRC. Un laboratorio che sperimenta in più campi, che si spinge ben oltre il limite consentito, che non ha paura di sbagliare, anzi trae forza dai suoi insegnamenti. Un manifesto, se pubblicato nei primi mesi, avrebbe dato una linea guida che avrebbe limitato la sua sperimentazione.Per questo ribadiamo che il 2.0 non è Torino, i Giovani Comunisti di Torino hanno dato un nome ad un desiderio di cambiamento che già esisteva, che già pulsava in alcune anime del partito. Per questo non tolleriamo l'accostamento 2.0 = Torino. Diverse realtà provinciali o singoli circoli stanno passando simbolicamente al 2.0 come attuazione del laboratorio, ognuno con caratteristiche, seppur similari, differenti. L'importante è perseguire una linea di cambiamento, un progetto non predefinito, ma malleabile e in continua costruzione.
Perchè proprio ora?
Un'altra frequentissima domanda è "Perchè 2.0, perchè adesso"? Come abbiamo spesso affermato il 2.0 nasce come spina nel fianco e ha l'obiettivo di stimolare una trasformazione del partito stesso. Avevamo già intuito la (in parte) condivisibile critica più frequente: "un attacco pubblico all'interno del partito può rafforzare lo stesso?". Siamo consapevoli che un partito per essere forte si debba basare su un centralismo democratico forte, grande dibattito all'interno, unità d'azione poi. Purtroppo Rifondazione non ha praticato questa linea ed i risultati sono tutt'ora evidenti.Non ci consideriamo una contraddizione di quanto detto per un semplice motivo. Pensiamo che il partito non sia propriamente vivo, ma sia in uno stato comatoso che spiegherebbe l'immobilismo. La nostra azione potrà sembrare un accanimento terapeutico che potrà risultare inutile, e forse lo sarà.Ma non permetteremo la distruzione del partito (non ancora unico purtroppo) comunista in Italia, non abbandoreremo la lotta e da subito ci siamo schierati in prima fila nella trincea politica. Consideriamo la situazione attuale un'emergenza politica di elevata gravità per questo il 2.0 giunge ufficialmente ORA, ma in realtà è solo un nome che rappresenta un'anima già esistente da anni all'interno del partito, un'anima che si è rafforazata dopo l'ultimo congresso di Chianciano.
Perchè dai Giovani Comunisti?
Tatticamente era l'unica strada percorribile. Quando chiesero a Berlinguer quale fu la sua miglior qualità lui rispose: "Quella di non aver abbandonato gli ideali della mia gioventù e di essere ancora oggi comunista, smentendo il percorso per cui si è rivoluzionari a 20 anni, socialdemocratici a 30, moderati a 40 anni fino ad arrivare, con l'età, ad essere reazionari e rinnegare gli ideali della propria gioventù.”I giovani possono senza ombra di dubbio vantarsi di una purezza politica importante, sono il nuovo che avanza. Sono i meno colpevoli della disfatta del nostro partito, Mao diceva: "Voi giovani, pieni di vigore e vitalità, siete nel fiore della vita, come il sole alle otto o alle nove del mattino. Le nostre speranze sono riposte in voi. IL mondo vi appartiene". Siamo la generazione senza futuro e anche nel partito i nostri spazi sono minimi e dobbiamo conquistarceli con estreme difficoltà. Ma solo per questo tatticamente era l'unica strada percorribile? Certamente no. I Giovani Comunisti hanno accusato maggiormente il colpo dell'ultima scissione perdendo 2/3 degli iscritti negli ultimi 4 anni, ed "epurandosi un partito si rafforza". La rivoluzione interna al partito è più favorevole in un'organizzazione giovanile di 6mila iscritti e con autonomia politica, come i Giovani Comunisti, che non in un partito di oltre 40mila iscritti e con logiche correntizie e lotte per le ultime poltrone non indifferenti, non sottovalutando il radicamento del cambiamento intrinseco nei tantissimi giovani iscritti al partito. Inoltre crediamo sia molto più facile creare qualcosa di diverso nella gioventù "dell'oggi e del domani", che nella classe dirigente "di ieri".
FASE 1 del Progetto 2.0
Con questo documento non vogliamo affrontare nel dettaglio le nostre posizioni politiche, lo faremo nei prossimi mesi col manifesto dei Giovani Comunisti Torino 2.0, vogliamo svelare pubblicamente il fine che ci eravamo prefissati.La prima fase del progetto è giunta al termine per un determinato motivo: ha raggiunto l'obiettivo. I più arguti, ma soprattutto chi ha studiato seriamente il laboratorio torinese ha da tempo capito in cosa consisteva la FASE 1: far parlare di sè, nel bene e nel male, utilizzando ogni mezzo a disposizione ben sapendo quali fossero i temi caldi che avrebbero surriscaldato la passione dei compagni, creare discussione anche con cinismo e arroganza sbaragliando diversi limiti del politicamente corretto. Ogni discussione, ogni scontro era studiato con estrema scaltrezza ed ha portato l'esatto effetto che ci eravamo prefissati. Il tutto è stato piuttosto facile per un semplice motivo, conosciamo la sinistra italiana e questo partito come le nostre tasche.Ed ecco nascere un nuovo logo dei Giovani Comunisti che si aggiunge ai quattro nazionali, ma soprattutto ecco la dicitura 2.0, che come spiegato prima non ha un significato particolare, un nome come un altro per rimarcare la volontà del laboratorio politico, ma per noi era anche utile far passare la sigla come l'upgrade definitivo, provocazione massima che ha funzionato perfettamente.E' stato fin troppo facile far credere una presunta superiorità politica e morale del 2.0 verso tutto il partito, due banner, un linguaggio mixato con arroganza e provocazione ed ecco tutta Italia che parla di noi, spesso negativamente. Certo, come si fa a non parlare "male" di quei giovani ragazzi torinesi che osano screditare anni e anni di militanza da parte di più anziani compagni. Curioso che il botto mediatico sia arrivato con il comunicato "Omofobia: Serietà Comunista, non carnevalate" creando ampio dibattito interno al partito, pagine su Liberazione, interventi di notevoli dirigenti nazionali. Comunicato che sicuramente sfondava alcuni limiti, ma soprattutto comunicato NON SCRITTO da noi, ma da un compagno di un'altra federazione e firmatario dello stesso documento. A questo punto qualcuno si chiederà: "perchè far credere una paternità dell'articolo"? Perchè in questa ed altre occasioni era per noi utile creare il mostro interno al partito, che spesso era il nostro coordinatore Salutari, altre volte l'intera organizzazione provinciale. Era utile creare il capro espiatorio nella giovanile con dirigenti provinciali e nazionali sempre attenti ad ogni nostra virgola, ogni nostro commento, ogni nostro starnuto. Non saremo onesti nel prenderci completamente il merito di questo successo mediatico, gran parte del lavoro è stato inconsapevolmente opera di militanti e dirigenti che hanno dedicato giornate intere ad attaccarci in giro per l'Italia e sul web, notevole il contributo dei numerosi compagni che hanno iniziato un dibattito infinito su che cos'era il 2.0 e sul giudicare moralmente il nostro modo di esporre la linea politica. Direi che la nostra popolarità è per lo più merito loro. Era tutto molto prevedibile, una partita fin troppo agevole con queste pedine nella scacchiera.Questa era la FASE 1, attirare gli occhi su di sè utilizzando un linguaggio vincente, provocatorio e sempre vicino al limite dell'arroganza.
FASE 2 del Progetto 2.0
La Fase 1 del progetto ha seminato ottimamente e con grandi risultati, ora è giunta l'ora della prima raccolta che noi chiamiamo FASE 2.In questi mesi abbiamo evidenziato diverse anime del nostro partito e la capacità di analisi di queste. Le nostre prese di posizioni hanno portato argomentazioni abbastanza convincenti, tanto da far apprezzare la bontà della nostra azione politica in lungo e largo. Alcune realtà provinciali sono passate simbolicamente al 2.0 e caloroso è stato il sostegno dai tanti compagni che in prima linea hanno invocato un cambiamento del partito per il partito.La linea politica guidata da Bertinotti ha forse definitivamente sconfitto sul nascere la possibilità in Italia di una realtà socialista, nel XXI secolo, alternativa al sistema capitalista e la svolta "in basso a sinistra" di Chianciano è stata troppo timida e per ora inconcludente.Certo, in questo periodo ci siamo scontrati con chi è stato spaventato da noi perchè impaurito da un cambiamento radicale e strutturale, ne prendiamo atto. Ma non faremo nessun passo indietro, neanche per prendere la rincorsa. Nei mesi scorsi abbiamo denunciato alcune priorità per noi errate dentro l'organizzazione giovanile.Ricordiamo che mentre i giovani del KKE occupavano, noi in home page chiedevamo la legalizzazione delle droghe leggere e mentre i lavoratori di Pomigliano fecero aspra battaglia, noi pubblicavamo una mezza dozzina di articoli sui gay pride.E' solo un esempio che ribadisce la nostra esigenza di rivoluzionare la radice del partito con la costruzione di un nuovo immaginario in linea con il Socialismo XXI sud americano perchè il nostro obiettivo è il frutto del domani.Sposiamo il patriottismo socialista e consideriamo Garibaldi il Bolivar nostrano. Spingiamo per la costruzione di un unico partito unito e compatto e parliamo di priorità, mettendo al primo posto dell'agenda politica il problema del lavoro e su questo abbiamo incentrato le nostre prime tre battaglie.Siamo ben consci delle gravi difficoltà del partito e delle esigue forze a dispozione, la buona volontà non basta.Da questa situazione tragica ne potremo uscire solo se uniti, siamo accerchiati da nemici e con orgoglio diciamo: anche se tutti, noi no.Facciamoci lupi e iniziamo ad aggredire il sistema, al lavoro compagni. C'è tanto da fare. E' ora di iniziare la FASE 2.
"Il 2.0 è arrogante e cinico, sa quello che vuole, non si ferma davanti alle prime difficoltà, ha passione, sa quali sacrifici comporti essere militante e non crede nella non politica dei partiti odierni. Il 2.0 che lo vogliate o no è lo zoccolo duro. Ed è fiero di essere la spina nel fianco."
Giovani Comunisti Torino 2.0