Continua il viaggio nei cantieri dell'orrore. Aperti e poi abbandonati, lasciati alla mercé dei vandali e degli zozzoni, si trasformano rapidamente in piccole discariche. Qui siamo in Viale Nievo, a pochi metri di distanza dalla foto scattata nel post precedente. Questo è lo stato ignobile del cantiere. Un marciapiede sequestrato, nessuno lavora, che piano piano si trasforma in discarica. Noi romani siamo ormai abituati a tutto questo. Ho visto uscire dall'edificio un paio di distinti signori, tutti incravattati, e non fare una piega alla vista di questo schifo. Figuriamoci se qualcuno ha tempo da perdere per lamentarsi. Sono mesi che il cantiere è in queste condizioni. Non si capisce bene cosa debbano fare lì, per ora si sono limitati a sequestrare il marciapiede con una indecente recinzione arancione, storta e cadente, in attesa di vedere qualche operaio al lavoro. E a proposito di cantieri infiniti, vi comunico che il cantiere per l'allargamento del ponticello di Via Portuense è ufficialmente bloccato per via di "inattesi ritrovamenti archeologici". L'idiozia all'ennesima potenza. Che lì ci fossero reperti archeologici lo sapevano anche i sassi, ma in ogni caso la verifica della loro eventuale presenza andrebbe fatta PRIMA di aprire il cantiere, e non DOPO. Due anni e mezzo per allargare un insulso ponticello (la qual cosa basterebbe per farci ridere dietro da mezzo mondo), e un (im)previsto stop ai lavori che farà certamente lievitare i costi a livelli spropositati. E così alla fine allargare un ponticello costerà come tirar su un grattacielo. Sempre che l'opera venga effettivamente portata a termine. Questa è Roma, questa è l'Italia. Consoliamoci con la monnezza, la pizza e il mandolino. E le decine di cartelloni che sono spuntati come funghi sullo slargo.
Continua il viaggio nei cantieri dell'orrore. Aperti e poi abbandonati, lasciati alla mercé dei vandali e degli zozzoni, si trasformano rapidamente in piccole discariche. Qui siamo in Viale Nievo, a pochi metri di distanza dalla foto scattata nel post precedente. Questo è lo stato ignobile del cantiere. Un marciapiede sequestrato, nessuno lavora, che piano piano si trasforma in discarica. Noi romani siamo ormai abituati a tutto questo. Ho visto uscire dall'edificio un paio di distinti signori, tutti incravattati, e non fare una piega alla vista di questo schifo. Figuriamoci se qualcuno ha tempo da perdere per lamentarsi. Sono mesi che il cantiere è in queste condizioni. Non si capisce bene cosa debbano fare lì, per ora si sono limitati a sequestrare il marciapiede con una indecente recinzione arancione, storta e cadente, in attesa di vedere qualche operaio al lavoro. E a proposito di cantieri infiniti, vi comunico che il cantiere per l'allargamento del ponticello di Via Portuense è ufficialmente bloccato per via di "inattesi ritrovamenti archeologici". L'idiozia all'ennesima potenza. Che lì ci fossero reperti archeologici lo sapevano anche i sassi, ma in ogni caso la verifica della loro eventuale presenza andrebbe fatta PRIMA di aprire il cantiere, e non DOPO. Due anni e mezzo per allargare un insulso ponticello (la qual cosa basterebbe per farci ridere dietro da mezzo mondo), e un (im)previsto stop ai lavori che farà certamente lievitare i costi a livelli spropositati. E così alla fine allargare un ponticello costerà come tirar su un grattacielo. Sempre che l'opera venga effettivamente portata a termine. Questa è Roma, questa è l'Italia. Consoliamoci con la monnezza, la pizza e il mandolino. E le decine di cartelloni che sono spuntati come funghi sullo slargo.
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