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Ancora e ancora il Bunga Bunga

Creato il 18 maggio 2013 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

otto-e-mezzo-la7Otto e mezzo ospita, Roberto D’Agostino, giornalista e fondatore del sito Dagospia,  Lia Celi, scrittrice e autrice televisiva e Jacopo Iacoboni, giornalista della Stampa per parlare della Minetti travestita da suora sexi, della Polanco travestita da Ilda Bocassini e di Ruby rubacuori che ha raccontato per la prima volta in tribunale in cosa consistevano le “cene eleganti” di Arcore.

Ruby, finalmente,  ha dato la sua versione davanti ai giudici, c’è qualcosa che non sapevano in quello che ha raccontato oggi? D’Agostino: ” Ha ripetuto tutte le sue perfette bugie, da brava fanciulla che ha imparato bene la lezione, andando in contraddizione aperta con tutte le varie intercettazioni che abbiamo potuto ascoltare, non solo leggere, nel corso di questi ultimi tempi. Ruby fa bene il suo lavoro, cioè quello di avere un bel vitalizio e un grande futuro, tranquilla,  senza bisogno di lavorare, grazie, ovviamente all’Arcoredynasty. Va anche detto che il problema di Berlusconi sta diventando qualcosa di imbarazzante per il paese,  a livello economico, non ci possiamo permettere di sghignazzare sulle avventure erotiche di Berlus

RUBY: DALLE RAGAZZE DI MILANO AI PARTICOLARI DELLE FESTE
coni, perché la situazione è tale che non ci permette questo lato. Ruby ha raccontato lo show del potere, Berlusconi ha un problema clinico, non è un fatto eroico-sessaule, ma di potere. Il potere relativo allo scodellamento di venti fanciulle vestire da picchiatelle solo per lui. Solo per i suoi occhi. Per fare un toccamento. È chiaro che è un problema clinico. Il vero aspetto è che è una persona che ricopre un ruolo istituzionale e la sera non può fare quello che gli pare”.

Attorno a tutto e/o troppo già emerso, questo processo, provoca indignazione nell’opinione pubblica italiana o ci siamo abituati a tutte le varie versioni di una verità plagiata al volere bombardante dei media? La risposta appare superflua in quanto gli italiani hanno altro a cui pensare e la messa in scena erotico boccaccesca delle cene adi Arcore, risulta surreale. Ragazze che sfruttando bellezza fisica e  voglia di emergere, evidenziano il buon funzionamento dell’ascensore sociale che vige in questa società che  identifica nel lusso e nel divertimento il proprio traguardo  scordandosi il normale processo di crescita individuale,  graduale e ben definito dal tempo. Ragazze di oggi che fanno uso del sesso  per  avere scarpe firmate, in un mondo dai valori dimenticati. Ragazze fragili e spudoratamente più forti. Lia Celi : ” È inevitabile paragonare Ruby a Nanà il personaggio femminile di Zola, che con la sua bellezza unita alla grande i

></div>>>ANSA/RUBY: LE TELEFONATE DI MINETTI A BERLUSCONI>>ANSA/RUBY: LE TELEFONATE DI MINETTI A BERLUSCONI" title="Ancora e ancora il Bunga Bunga" />>>ANSA/RUBY: LE TELEFONATE DI MINETTI A BERLUSCONI" class="alignleft size-medium wp-image-14256" />gnoranza e vitalità riesce a scalare la società parigina, ma le ragazze di allora trovavano il grande letterato che le lanciava facendole diventare delle personalità anche a livello culturale, ecco questo manca del tutto, manca il meglio”.

In tutta questa assurda farsa umana, i fiumi di denaro che un politico ossessionato dal sesso ha sprecato, sono un affronto alla situazione italiana, dove i suicidi per disperazione aumentano.  Alla gente comune non interessano più le presunte attività sessuali di un ottantenne ma, vuole sapere come arrriverà a fine mese, se avrà un lavoro o se riuscirà a pagare l’affitto. Non è facile demagogia ma, triste realtà. Il clima di oggi non ci permette di soffermarci sulle devianze  di un personaggio che da vent’anni trasgredisce a suo piacimento regole e morale, passando indenne e venendo pure rieletto, più volte, alla conduzione del paese dai valori sbagliati. E in un paese normale, per citare Grillo, queste discussioni non

PROCESSO RUBY .
esisterebbero, anche solo un  sospetto, avrebbe fatto allontanare dalla vita politica un individuo implicato in un simile scenario. Noi, al contrario, lo rieleggiamo, lo andiamo ad ascoltare nelle piazze, lo sosteniamo.  Non andrà in galera, non cadrà il governo e noi continueremo a lavorare per pagare parte del debito che schiaccia la nostra economia. Mentre l’altra parte di un elettorato instabile, deluso e diviso tra vecchia politica e nuovo che non avanza, spera ancora che la recita politica che porta al nulla si esaurisca, lasciando il posto alla serietà di un Italia risorta.  Sogni, fantasie, che accompagnano i primi giorni del governo di larghe intese. In attesa che  arrivi prima la sentenza Mediaset, e poi quella Ruby.


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