Magazine Società

And what are you made of? - The Killers 11/06/2013

Creato il 12 giugno 2013 da Luciusday
Quando prenoti i biglietti per un concerto cinque mesi prima, pare sempre un lasso di tempo interminabile e ti chiedi dove e in che condizioni sarai il giorno del fortunato evento in termini di studio, esami, amici e tutto il resto del condimento della vita quotidiana. Succede poi che il giorno tanto aspettato arriva, e te ne ricordi una settimana prima, tra un rush e un altro ti metti d'accordo con chi doveva venire con te e, nel traffico romano, nella città il cui calore pare essersi risvegliato appena in tempo per farvi sudare mentre fate la fila per ritirare i biglietti.
Il tempo, però, passa più velocemente del previsto grazie ad un accidentale incontro con una ragazza russa, in Italia per il matrimonio di due suoi amici a Bari e fermatasi ancora un po' nel Bel Paese, deviando a Roma per assistere al concerto dei The Killers in Rock in Roma. Volontariamente dotati del radar per gli stranieri, io e la mia amica iniziamo a chiacchierarci e alla fine le tre ore prima del concerto scorrono piacevolmente tra un panino, una birra e qualche curiosità sentita o raccontata.
Alle 8 e 20 inizia il concerto: la band d'appoggio sono gli Stereophonics, e alcuni (pochi) del pubblico sembrano essere intervenuti esclusivamente per loro. Dopo un'oretta tra un brano originale ed una cover termina il loro turno e le luci sul palco si spengono per una buona quarantina di minuti. I The Killers sono ovviamente in ritardo, la gente freme, qualcuno un po' più scalmanato inizia a pogare accanto a noi senza un motivo ben preciso.
Dei ragazzi americani in viaggio scolastico liceale in Italia (che a noi era già tanto se ci portavano a Berlino) cominciano ad attaccare bottone. Sono tutti del Tennessee, ci chiedono cosa conosciamo di quello stato in particolare, iniziano a parlarci del Jack Daniel's e di qualche altra cittadina e serie televisiva di cui adesso mi sfugge il nome. Uno di loro è fatto e porta gli occhiali da sole per nascondere i suoi occhi visibilmente rossi, un altro, dopo averci pensato un po' su, dice di chiamarsi Jim e ci invita a fare after nell'albergo dove sono, che scopriamo essere a due passi dal nostro ex liceo. Promettiamo, come si promette a un ubriaco.;)
Dopo 20 minuti di ritardo arrivano, ed è un bagno di folla per loro. Il set, prima parzialmente vuoto, è strapieno. Rimaniamo in piedi per due ore buone mentre il gruppo ci propone canzoni in continuazione tra il vecchio e nuovo album. In molti, troppi siamo qui senza conoscere troppo bene le canzoni nuove, ma le parole lì sotto a poco a poco passano in secondo piano. Improvvisano una cover di Volare, con tutti tra il meravigliato e lo sbigottito. In compenso i vecchi successi seminano il delirio: Human, A Dustland Fairytale, Mr. Brightside, All these Things that I've Done. When You Were Young è la canzone che chiude il concerto e che, volenti o nolenti, fischiettiamo tutti quanti tornando verso le macchine, mentre il Festival ci propone registrazioni di Basket Case, What's My Age Again, Pretty Fly For A White Guy mentre lasciamo l'Ippodromo delle Capannelle.
Chiediamo alla russa se vuole un passaggio. Ma sì, tanto ha l'albergo a due passi, dice. Infatti non se lo ricorda e ci perdiamo nei vicoletti dell'Appia Nuova, siamo costretti a impostare il navigatore. Ci ringrazia tantissimo mentre scende dalla macchina, promette di aggiungerci su Facebook e di condividere le foto che ha scattato assieme a noi. Io e la mia amica torniamo a casa facendo zig zag nelle strade di Roma, tra le sue principali attrazioni: monumenti, lungotevere e passeggiatrici.
Pulchra vobis;)
LuciusDay


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :