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Andare via

Creato il 15 ottobre 2010 da Fabio1983
Ho spesso esternato una certa invidia per il mio amico Andrea (chi non ha un amico che si chiama Andrea?) che da circa un anno vive a Edimburgo e certe cose, tutte nostrane, non le deve più vedere. È lo stesso concetto espresso in maniera più efficace da Lorenzo Cairoli, alle prese con il suo giro del mondo. Però le notizie arrivano, anche a sette ore di fuso orario o a tre di volo. Così, in due righe, l’amico Andrea scriveva su Facebook qualche giorno fa: “...Romani, oggi mi avete fatto vergognare...”. Il riferimento è all’aggressione avvenuta la scorsa settimana alla stazione Anagnina, con la donna a terra nell’indifferenza dei passanti. Cairoli va oltre, paragonando Roma a Caracas.
E non parlo del pugno – sappiamo benissimo che piaga sia la violenza sulle donne in America Latina – ma dell’indifferenza della gente, dell’inazione dei passanti che aggirano, scavalcano, eludono quel corpo quasi fosse un manichino, senza nessuna pietà, senza nessun soprassalto collettivo contro ciò che avviene sotto i loro occhi. In quei tre minuti di video è andata in scena l’Italia che anziché soccorrere si volta dall’altra parte. Coscienza, etica, senso civico, solidarietà, questo paese li ha respinti da tempo. Stanno su qualche gommone, a un milione di chilometri dai nostri cuori.

Tutto ciò è triste. Perché ricordo che all’indomani del terremoto in Abruzzo venne non poco elogiato il popolo italiano, pronto alla solidarietà e al soccorso nei confronti dei bisognosi. Però la solidarietà si esprime bene a distanza, meno quando c’è da agire nell’immediato. E ci si vergogna della gente, dei nostri concittadini quando non prestano soccorso a una persona a terra. Non soltanto a sette ore di fuso orario o a tre di volo, ma pure a mezz’ora di metropolitana. “Io lì non c’ero”, si pensa per lo più. Chi c’era, invece, è passato avanti. Qualcuno sinceramente ignaro, qualcun altro facendo finta di niente. È l’egoismo del momento che si trasforma nell’indignazione a posteriori.

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