Uno scompenso di Antonella Piredda corsista del Laboratorio di Critica Letteraria di Sassari – a cura di Libreria Internazionale Koiné e Agenzia Letteraria Milkbar Scompenso (Exòrma Edizioni, Roma 2010, pp. 407, euro 17, 90), primo romanzo di Andrea Sartori, è un’opera di impostazione filosofica, che ben rispecchia la formazione del suo autore. Alberto, protagonista del racconto, è un giovane laureando in filosofia che, durante il lungo percorso di studi, sprofonda in una crisi psichica. Quasi per allontanare il momento della laurea, visto più come un desiderio dei suoi genitori, e meno come il coronamento della propria passione, il giovane affronta l’esperienza dell’obiezione di coscienza. Viene pertanto inviato in un quartiere lagunare, la Giudecca, «la zona più popolare e al tempo stesso più chiusa in se stessa di Venezia», molto differente dalla rassicurante geografia degli uffici dei Servizi Sociali comunali. Alberto, cresciuto in un clima ovattato, si sente «catapultato in una dimensione inusuale, non ha i mezzi per interpretarla, ma solo l’istinto di sentirsene costretto», e ha così modo di conoscere rovinosamente l’altro volto della città sull’acqua. Il compito che gli viene assegnato, è vissuto dal giovane con profondo disagio: Alberto non solo ritiene di non essere adatto al nuovo ruolo, ma questa sua inadeguatezza lo porta a scorgere ovunque congiure nei suoi confronti, da parte di chiunque lo circondi. Una simile ossessione si ripercuote, con esiti a dir poco disastrosi, sui pochi rapporti interpersonali che intrattiene. In un momento di particolare tensione, che segna una rottura con la vita precedente, ancorata al mondo infantile, il protagonista trova il coraggio di accusare i genitori per averlo indotto ad affrontare un tipo di vita che egli non desidera affatto. Segue così una rinascita, ottenuta grazie alla terapia farmacologica e alle sedute con il dottor Riccò, che lo porterà ad avere una vita normale, ad esercitare con eccellenti risultati una professione (molto diversa da quella immaginata dopo la conclusione del suo curriculum studiorum), a riprendere i rapporti con gli amici di vecchia data e a conoscere una ragazza (Gioia) da cui sentirsi amato e stimato. È proprio questa normalità però a turbare il lettore. Alberto è ora realmente guarito? In verità, grazie al rapporto con Gioia, egli riesce a cogliere inedite sfumature della vita, a scoprire nuovi orizzonti, prima del tutto preclusi, e a sentirsi accettato all’interno della società. La sua, tuttavia, è una catarsi solo apparente. Scompenso, con toni filosofeggianti che risentono dell’influsso della lezione kantiana ed hegeliana, descrive il disagio di uno studente alle prese con i problemi della vita reale, prima con la conclusione degli studi, poi con la formazione e l’inserimento nel mondo del lavoro. Ovvero in un universo che egli ha sempre guardato con distacco, perché immerso in un mondo altro, simbolico, più vicino al linguaggio libresco da lui usualmente adottato. Sartori, memore della lezione dei grandi tragediografi greci, analizza la follia che conduce allo scompenso psichico di Alberto, la quale è però un modo per conoscere meglio se stessi e imparare a governare i propri istinti.
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