Andreotti fa paura anche da morto

Creato il 08 maggio 2013 da Coriintempesta

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di: Luciano Lago

Un atroce dubbio si diffonde a Roma nei palazzi della politica: Andreotti prima di morire avrebbe scritto un memoriale ed un testamento spirituale per alleggerirsi l’anima, lui cattolico praticante, prima di compiere il fatale passo.
Questo che è più di un sospetto (secondo indiscrezioni) agita i palazzi della politica poiché nel memoriale potrebbero essere contenute alcune rivelazioni scottanti su alcuni episodi mai chiariti della storia italiana ed in particolare sull’omicidio di Aldo Moro, sulla organizzazione Gladio e sulla “strategia della tensione”.
Relativamente all’omicidio di Aldo Moro, Andreotti potrebbe ad esempio aver scritto che la D.C. ricevette l’ordine di adottare la “linea dura” sulle trattative con le B.R. ( una vecchia questione sulla quale si è per anni discusso) e da quali centrali esterne sia venuta la disposizione di evitare di entrare in trattativa con le B.R.. Andreotti potrebbe averla finalmente chiarita nelle sue carte per alleggerirsi la coscienza. Furono forse i servizi segreti americani, la CIA? Il Mossad? Fu un ordine o un consiglio? Di sicuro Andreotti godeva di un rapporto privilegiato con Henry Kissinger ed altri esponenti del Dipartimento di Stato dell’epoca negli USA.


Andreotti , ex ministro della Difesa ed ex Presidente del Consiglio, potrebbe aver scritto nel suo memoriale da chi realmente provennero gli ordini di utilizzare Gladio come apparato destinato ad azioni di provocazione e di operazioni clandestine con la copertura dei servizi segreti.
Anche in questo caso la necessità di alleggerirsi la coscienza per le tante vittime innocenti delle stragi che colpirono l’Italia in quegli anni e che non hanno mai ottenuto, negli interminabili processi seguiti, l’individuazione dei colpevoli chiaramente indicati come esecutori e come mandanti .
Andreotti potrebbe aver sentito come proprie le colpe di aver dato l’assenso a quella strategia e di aver accettato ordini che venivano dall’esterno, quindi aver collaborato inconsapevolmente con i mandanti di quegli episodi (come lo stesso Cossiga per parte sua aveva fatto trapelare dalle sue dichiarazioni e fu giudicato “insano di mente”). La finalità di quella strategia era ben diversa da quanto si è voluto far credere ed ha avuto l’effetto di consolidare l’asse di potere esistente in quegli anni in Italia.
Una verità che, se venisse fuori dalle carte di Andreotti, ancora oggi metterebbe in imbarazzo anche quella parte di magistratura inquirente sempre solerte ad aprire inchieste “a senso unico”, come sperimentato da molti imputati detenuti in attesa di giudizio per anni e poi scarcerati dopo le sentenze assolutorie. Questo non avrebbe effetti pratici se non di ordine morale, data l’assoluta irresponsabilità di cui hanno goduto coloro i quali si attivarono per aprire false inchieste, per dirottare l’accertamento delle responsabilità ed indirizzare l’attenzione verso facili capri espiatori.
Negli ambienti dell’Ambasciata USA per la verità non si nutrono grandi preoccupazioni perché molta acqua è passata sotto i ponti da allora e sono cambiate molte amministrazioni, considerando poi che ci sono state comunque le rivelazioni fatte da Wikileaks sulla politica estera USA che hanno lasciato al massimo un po’ di imbarazzo ma nessun commento ufficiale.
L’imbarazzo principale per la eventuale pubblicazione del memoriale di Andreotti potrebbe essere quella dei vecchi politici italiani e soprattutto degli organi di stampa blasonati ed influenti che hanno sempre nascosto la verità e manipolato le notizie su tutte le vicende della Storia Italiana degli ultimi 40 anni.
L’attesa comunque rimane e con essa la preoccupazione: Andreotti fa paura più da morto che da vivo.


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