Angel Heart
di William Hjortsberg
traduzione di: Angela Cascone
Tre Editori edizioni
280 pagine, 17.50 euro
Sinossi
Voodoo e magia nera in un thriller soprannaturale. Un detective privato, Harry Angel, assunto dal diabolico Louis Cyphre, scende nell’inferno di New York per rintracciare un famoso cantante scomparso, mettendo a repentaglio non solo la vita ma anche la propria anima. Un romanzo all’ultimo respiro, molto più terrificante dal film che ha ispirato, con Robert De Niro e Mickey Rourke come protagonisti. (Quarta di copertina).
Commento
In rari, rarissimi casi, ci sono ottimi film che rimangono tuttavia qualitativamente inferiori ai romanzi da cui sono tratti. Vi faccio tre titoli, sapendo bene di correre il rischio del linciaggio:
- L’Esorcista (Film stupendo, ma libro ineguagliabile);
- Il Nome della Rosa (Idem come sopra);
- Angel Heart.
Quest’ultimo caso è senz’altro meno noto rispetto agli altri due. O meglio: tutti conoscono il suggestivo film di Alan Parker, con Mickey Rourke, Robert De Niro e un’ipnotica Lisa Bonet come protagonisti. Fa parte dell’immaginario collettivo di tutti coloro che amano un certo tipo di cinema.
Pochi sanno che quel film è tratto da ul romanzo scritto nel 1978 da William Hjortsberg. Un gran bel romanzo, per dirla tutta. Che io, fino a pochi giorni fa, non avevo letto.
Le differenze tra libro e pellicola? Parecchie. Innanzitutto l’ambientazione. Parker scelse di portare tutta la storia nel profondo sud, in Louisiana. Una scelta che paga dal punto di vista visivo, con tutti i riferimenti alle superstizioni locali, al voodoo, alle tensioni razziali. Ma che al contempo snatura uno degli aspetti principali della novel.
Il romanzo infatti è ambientanto in una New York più che mai tentacolare, dispersiva e misteriosa. E anche hard boiled, visto che è la Grande Mela degli anni ’50.
Hjortsberg sapeva ciò che faceva: la sua ambientazione è infatti perfetta per ciò che racconta (anzi, mostra), al lettore.
Louis Cyphre, che in realtà nel romanzo è assai diverso.
Angel Heart (titolo originale: Falling Angel) è un noir di pregevole, sublime fattura, ma anche un thriller sovrannaturale ricco di simbolismo, di riferimenti esoterici, perfino filosofici. Nulla sembra scelto a caso, in questa novel, Né i luoghi citati, né i dialoghi, né tantomeno lo stile immediato, ma anche raffinato, scelto dall’autore.
Hjortsberg riesce a tratteggiare un affresco del Male, quello con la emme maiuscola, calato in un contesto urbano, quotidiano. Il suo Angelo Caduto vive tra di noi, nella città più moderna del mondo. Si nutre delle nostre piccole miserie e in parte ne è a sua volta dipendente. L’incarico che Louis Cyphre (ahimé, difficile non immaginarlo con le fattezze di De Niro) affida all’investigatore privato Harry Angel ci dà modo, in qualità di lettori, di sbirciare in questo mondo nascosto, parallelo, quasi invisibile, fatto di magia nera e di realtà metafisiche.
La storia del romanzo non si discosta molto da quella del film, pur cambiando in tutti gli elementi appena citati. Del resto lo stile dell’autore è molto cinematografico, immediato, apparentemente lineare. Sì: apparentemente. Perché in realtà ogni passaggio, ogni capitolo, lascia sottointendere qualcosa, per chi vuole (ed è capace) di leggere tra le righe.
Inutile dire che l’insieme funziona meravigliosamente. L’idea che mi son fatto, leggendolo, è che si tratta di un romanzo in grado di farsi apprezzare sia da chi non ama la narrativa di genere, sia da chi (come me) vive quasi esclusivamente di essa.
Un libro dunque godibile su più piani interpretativi.
Che, lo ripeto, vince al cospetto del pur buon film che ha ispirato.
Peccato per il prezzo decisamente poco amichevole, e per l’assenza di una versione digitale in italiano. Se però non avete problemi con l’inglese, l’ebook lo trovate in versione originale (a circa otto euro, non pochissimo).
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