Angelica La Marchesa degli Angeli — Una saga sottovalutata
Pubblicato da Francesca Rossi Cari lettori,oggi vorrei proporvi la storia di una saga spesso bistrattata dalla critica e considerata un “polpettone” rosa di serie B. Sto parlando dei celebri romanzi che hanno per protagonista Angelica la Marchesa degli Angeli, scritti da Anne e Serge Golon. Siamo davvero sicuri che questi libri siano alla stregua di fotoromanzi senza valore? Chi e perché dice questo? Come è nata Angelica e qual è la vera indole di questo personaggio? I film tratti dai romanzi sono fedeli ai libri oppure “sviliscono” la natura complessa di un’eroina letteraria molto attuale?
La trama Angelica de Sancé de Monteloup è la bellissima figlia di un nobile francese decaduto. La sua storia inizia nella Francia del 1645, ripercorrendo le tappe della sua fanciullezza e della sua adolescenza ribelle. I pilastri da cui si dipana la storia sono due: il primo riguarda la scoperta, da parte della protagonista, di un complotto ordito ai danni del giovane re, il secondo, invece, vede la giovane data in sposa dalla famiglia al conte Goffredo di Peyrac, originario di Tolosa. Angelica cerca di opporsi a questo matrimonio: non ha mai visto il suo futuro marito, ma sa che egli è zoppo e sfigurato. Tanto basta per farle provare paura e repulsione. Non riesce, però, a cambiare il suo destino e si ritrova, cosi, ad essere la contessa di Peyrac. All’inizio la sua nuova vita è dura: Angelica, infatti, non riesce a penetrare completamente nel mondo raffinato e sfaccettato di Goffredo, che è uomo coltissimo, anticonformista, libero, poliglotta, scienziato filosofo, cantore e alchimista. Egli ha addirittura scoperto il modo per “tramutare” o, per meglio dire in linguaggio alchemico, “trasmutare” la pietra in oro. Angelica, lentamente, supera l’iniziale diffidenza verso il marito, impara a conoscerlo, a scoprire l’uomo gentile e premuroso che è in lui e se ne innamora. A rompere questo idillio, purtroppo, ci pensa la Santa Inquisizione, alleata della Corona, che vede nel conte di Peyrac un eretico, uno stregone e un uomo troppo ricco e potente, capace di creare un vero stato nello Stato, cosa impossibile da concepire per un re accentratore e sopravvissuto alle Fronde come Luigi XIV.
Il conte di Peyrac viene condannato a morte dopo un processo farsa in cui la sua difesa, a partire dal suo tentativo di spiegare scientificamente come potesse ricavare l’oro dalla pietra, viene screditata con l’ottusità e la superstizione. Angelica è distrutta: tutti l’hanno abbandonata e a lei non resta che assistere al rogo del suo amato. Trova la forza di reagire grazie all’aiuto del brigante Nicola, suo antico amore, mentre giorno dopo giorno cresce in lei la voglia di rivalsa e il desiderio di vendetta contro chi ha distrutto la sua vita e quella di Goffredo. La giovane risale uno per uno i gradini della scala sociale, inarrestabile, fino a ridiventare ricca e ad avvincere il cuore del re.
Angelica si ritrova, dunque, nella splendida, fastosa, ipocrita e inquietante corte di Versailles. Torna a galla anche l’antico complotto ordito contro il re, mentre l’eroina deve fare i conti con rivali agguerritissime, come la Marchesa di Montespan, e veri e propri attentati ai suoi danni, sullo sfondo delle messe nere e dell’oscuro evento passato alla storia come “l’Affare dei Veleni”. Ciò che la nostra eroina non può sapere è che Goffredo non è morto tra le fiamme: è ancora vivo e il suo cuore le appartiene forse più di prima. Quando lo scopre, piena di gioia, la Marchesa degli Angeli parte coraggiosamente alla sua ricerca e per lui affronta insidie, la schiavitù, viaggia per mari e Paesi sconosciuti, diventa addirittura la concubina del Principe dei Credenti in Marocco, affrontando i pericoli di una vita piena di avventure. Quando, finalmente, ritrova suo marito, divenuto un temibile pirata, le peripezie per Angelica non sono ancora finite anzi, sono appena iniziate…
La storia e i personaggi
Nell’edizione originale francese la saga di Angelica è composta da 13 romanzi, pubblicati dal 1956 da Anne e Serge Golon. In Italia venne pubblicata in edizione Garzanti Vallardi e si dipana per ben 15 romanzi. Negli anni Novanta la casa editrice Tea Due ripropose l’intersa serie, che avrebbe dovuto comporsi di circa 20 tomi, ma non riuscì a completare la pubblicazione a causa di problemi legati ai diritti d’autore (per approfondimenti si veda il prossimo paragrafo).
La storia di Angelica, dunque, è molto lunga e abbraccia un arco di tempo che arriva fino alla maturità del Re Sole, a inizio Settecento. Tenere salde le fila di una saga cosi estesa nel tempo e farlo tenendo alta la suspence con un ritmo avvincente non è per niente facile. Anne e Serge Golon hanno dimostrato che l’impresa è ardua ma non impossibile. Il segreto sta nell’avere in mente una sinossi chiara e completa e nella struttura meticolosamente architettata della trama. La saga di Angelica è concepita come una sorta di puzzle in cui ogni pezzo deve, prima o dopo, rientrare nel suo spazio. Le centinaia di personaggi e le molteplici storie che si intrecciano hanno una precisa collocazione cronologica e seguono una evoluzione logica. Tutto questo è possibile, in primo luogo, conoscendo bene l’ambito storico che si vuole raccontare: Anne e Serge Golon si sono dedicati per molto tempo allo studio della Francia del Seicento, analizzando la politica accentratrice e assolutista di Luigi XIV, che portò il sovrano a concepire Versailles come una sorta di “universo” in cui egli era il Sole, l’astro più brillante, e i suoi cortigiani i satelliti che ruotavano intorno a lui perpetuamente. Nel romanzo è spiegata benissimo la strategia del re che, tenendo legati a sé i nobili attraverso privilegi da conquistare duramente (come il “Pour” sulla porta, o lo sgabello al suo tavolo da gioco), riusciva a controllarne le mosse e ad evitare ribellioni. Alle volte le situazioni che sembrano surreali nascondono, in realtà, il pensiero e i canoni di accettazione sociale di un’intera epoca.
Gli autori hanno dimostrato grande bravura anche nel tratteggiare il famoso Affare dei Veleni, un losco giro di messe nere, sacrifici di neonati e veleni letali in cui sembra fosse invischiata anche la favorita del re, Madame de Montespan. Sono meticolosamente curati i dettagli, dai vestiti dei personaggi, agli arredi di Versailles, dagli interni delle case parigine alle campagne del Poitou. Inoltre, grande importanza è stata data alla geografia: non poteva essere altrimenti, visto che Angelica è una viaggiatrice (per necessità) e comunque la storia e la geografia sono due scienze complementari. Di notevole rilievo sono le descrizioni del mercato degli schiavi e delle trattative per la compravendita di esseri umani, ma anche la vita dei pirati e la dura esistenza per mare. Ci sono, poi, due parti della storia che rendono perfettamente il talento e l’impegno degli autori nella ricostruzione storica e geografica: la prima riguarda il Marocco, Meknes in particolare, con la vivida descrizione dell’harem e delle sue regole di vita. Lo stesso personaggio del sultano, Mulay Ismail Principe dei Credenti, è reso con un realismo e con una accuratezza tali che a tratti sembra quasi che gli autori lo abbiano incontrato veramente.
La seconda parte meritevole di menzione riguarda le avventure di Angelica nel Nuovo Mondo. Nelle descrizioni dei paesaggi e dei personaggi ogni elemento vive di vita propria e ci rende un’immagine viva e potente di un mondo passato. E’ stupefacente la capacità dei Golon di ricostruire usanze e origini tribali dei diversi gruppi di indiani, analizzandone il contesto storico, le alleanze e le rivalità. Molto interessante, infine, è la descrizione dei primi e duri anni dei coloni ugonotti nelle inospitali terre americane.
Lo sfondo storico-geografico è il palcoscenico su cui si muovono i personaggi. Menzionarli tutti in questo speciale è impossibile, perché sono tantissimi, ma possiamo concentrarci su due in particolare: Angelica e Goffredo.
Entrambi sono personaggi di fantasia, ma si trovano ad interagire con personaggi storici, come il re Sole, per esempio. Angelica subisce una profonda evoluzione nel corso del romanzo. La bellezza e l’intelligenza che la contraddistinguono diventano, con l’esperienza, sempre più brillanti. La cosa che colpisce di questo personaggio è il suo assoluto realismo e il suo carattere attuale: Angelica è una donna forte, che affronta sfide più grandi di lei. Non è una avventuriera nel senso negativo del termine, ma una donna innamorata che cerca il suo amore e non si rassegna a perderlo. E’ capace di grandi sacrifici, anche concedere il proprio corpo ad un estraneo se questo può salvare lei e i suoi cari, ma non prova piacere nel farlo. Non è una prostituta e non è una donna frivola. Ama la bellezza, ma non è la cosa più importante per lei. Accetta il marchio del giglio sulla spalla, il taglio dei capelli, le frustate. Accetta tutto per necessità e costrizione e da questi eventi trae la sua forza per andare avanti a testa alta. Dove altri sarebbero caduti lei trova il coraggio di rialzarsi. E’ un personaggio vivo, intenso e attuale perché vive la vita, la affronta pur avendo momenti di scoraggiamento. Non è una supereroina, non ha super poteri: è una donna profondamente umana che trae la sua linfa vitale da ciò che le accade e la trasforma, di volta in volta, rendendola sempre più libera e determinata, insofferente a certe regole e capace di ragionare con la propria testa.
Goffredo di Peyrac non è da meno: uomo dolce, raffinato ed erudito. La sua bellezza è interiore, mentre quella di Angelica è ben evidenziata dai suoi tratti fisici. Il conte è un uomo intelligente e di buon senso. I suoi discorsi alchemici e filosofici ne sono la prova. Goffredo è un genio ed è aperto al progresso. E’ il prototipo dell’uomo post-rinascimentale inviso alla Chiesa per la sua libertà di pensiero e il suo realismo frutto della ragione. E’ l’intellettuale che si oppone all’oscurantismo medievale che nel Seicento ha intensificato la caccia alle streghe poiché sentiva il suo potere vacillare sempre di più.
Apparentemente l’Inquisizione ha la meglio su Goffredo ma in realtà non è cosi: egli, come Angelica, sa imparare dagli eventi e sa volgerli a proprio vantaggio: diviene il temibile pirata dei mari conosciuto con il nome di Rescator, accumulando una fortuna e sfidando la Francia che lo aveva condannato ed espulso dalla società, attaccando le galere reali. Eppure non è più l’uomo di prima, il signore del Palazzo del Gaio Sapere, la Voce d’oro del Regno. La vita lo ha cambiato, lo ha reso più consapevole, come è successo anche ad Angelica, rivestendo i loro animi con un velo di tristezza e di malinconia latenti.
Angelica si innamora non dell’aspetto fisico del suo Goffredo, ma del suo intelletto, della sua bontà, del senso di protezione e sicurezza che lui sa ispirarle. Questo amore non è certo meno profondo di uno che si basa anche sull’esteriorità. Al contrario: è più profondo e ha come risultato il superamento, da parte di Angelica, della visione apparente, non proprio felice, di suo marito e la porta ad un totale appagamento, anche fisico. Il loro amore evolve con la storia, diventando un legame inscindibile. Insomma, Goffredo e Angelica sono due anime gemelle e hanno avuto la fortuna di trovarsi. Per loro restare separati vuol dire “sopravvivere”, vivere una non-vita e per questo si cercano a dispetto del tempo e delle distanze.
Gli autori, i film, i diritti
Gli autori della saga sono i coniugi Anne e Serge Golon, pseudonimi di Simone Changeux (1921) e Vsevolod Sergeïvich Goloubinoff (1903-1972). I due si conobbero in Congo, si sposarono e nel 1972 si trasferirono in Canada, dove Serge morì poco dopo.
Anne Golon, figlia di uno scienziato, pubblicò il suo primo romanzo all’età di diciotto anni. Serge nacque in Persia dove il padre esercitava la funzione di console dell’ambasciata russa. Divenne geologo e compì numerosi viaggi intorno al mondo. I Golon decisero di scrivere la saga di Angelica suddividendosi il lavoro: Anne si occupava della stesura della storia, mentre Serge delle ricerche storiche. Gli autori hanno sempre ribadito che la loro eroina è nata dalla loro fantasia e non ha alcuna base storica.
Purtroppo la casa editrice Hachette, che pubblicò la saga, nonostante l’enorme successo di pubblico non versò agli autori i diritti legali. Ne seguì un’aspra e lunga battaglia legale che, recentemente, ha visto Anne vittoriosa. Attualmente l’autrice sta cercando un nuovo editore a cui affidare la riscrittura ed il seguito della sua storia, il cui termine ufficiale era originariamente rappresentato dal romanzo “La Vittoria di Angelica”. Sembrava che un piccolo passo avanti fosse stato compiuto con la recentissima ripubblicazione della saga da parte della casa editrice l’Archipel. Purtroppo, però, le uscite sono state interrotte e ancora oggi non si sa quale sarà il destino di Angelica.
Notevoli problemi ci furono anche per quanto riguarda i cinque film, realizzati tra il 1964 e il 1968 dal regista Bernard Borderie. Anne Golon disse di essere stata completamente esclusa dalla lavorazione delle pellicole e sostiene ancora oggi che l’Angelica cinematografica non è quella descritta da lei nei libri. L’autrice, inoltre, non accettò mai completamente la scelta dell’attrice Michele Mercier per il ruolo della protagonista e, a quanto si dice, i rapporti fra le due non furono mai idilliaci. E’ innegabile che la fama della Mercier sia legata a filo doppio al personaggio di Angelica. Nell’immaginario collettivo, anzi, lei è Angelica. La Golon l’accusò di aver sfruttato il suo personaggio per far soldi. Riuscire a capire chi abbia davvero ragione in casi complicati come questo è difficile e, dunque, astenersi dal giudizio è d’obbligo.
Inoltre ci furono screzi, ormai risolti, anche tra la Mercier e Robert Hossein, l’indimenticabile interprete del conte di Peyrac.Hossein, qualche anno fa, ha portato in teatro una trasposizione della saga di Angelica, ma è stato duramente criticato per aver voluto per forza reinterpretare il conte pur non avendone più l’età. Per quanto riguarda la qualità dei film la critica si è spaccata in due: alcuni li considerano dei buoni prodotti cinematografici, altri, invece, degli inutili feuilleton senza spessore. Certo non si può pretendere che cinque film rendano la complessità di tredici romanzi. In effetti le trasposizioni cinematografiche si fermano al romanzo “Angelica Schiava d’Oriente” e rimaneggiano la storia per darle una conclusione, anche se anticipata.
E’ vero che il personaggio cinematografico di Angelica non ha le sfumature e la completezza di quello letterario e forse si potevano fare scelte diverse. Di fatto, però, i film hanno avuto un enorme successo di pubblico, al punto che molte persone hanno conosciuto la saga proprio attraverso i film. Sarebbe ingiusto, però, accusare gli stessi film di aver “svilito” i romanzi. Sono semplicemente due opere diverse, concepite con linguaggi e mezzi differenti. Forse, come spesso accade in casi simili, il dibattito sul primato tra film e il libro è piuttosto sterile. Le pellicole sono godibili, un buon prodotto cinematografico che ha fatto da traino ai romanzi. Questi ultimi, però, sono l’anima più vera e completa della saga. Quindi chi vuole conoscere davvero Angelica dovrebbe leggere i libri in prima battuta e poi vedere i film, traendone le conclusioni che gli sembrano più appropriate.
Vorrei dare un consiglio a tutti coloro che sono curiosi di saperne di più: non ascoltate la critica, i problemi dei diritti e tutto il resto. Prendete i libri e leggeteli. Anche se non riuscite a trovarli tutti, non importa. Sedetevi e iniziate a leggere. Prendete il vostro tempo e riflettete sulla complessità e sul livello dei personaggi e della storia. Ascoltate solo il vostro pensiero e non fidatevi di chi pretende di sapere cosa c’è scritto in quei tomi senza averli mai letti (vi assicuro, ce ne sono). Leggete la saga e lasciatevi sorprendere e trascinare da una storia avvincente ed emozionante.