Come queste nostre vacanze di inizio anno, nonostante gli gnomi siano tutti malati: siamo passati dalle vette innevate al mare d'inverno. Perché fermi fermi non ci sappiamo stare.
E forse anche questo vuol dire la strada.
Vacanze austriache.
Ormai ben pochi hanno il privilegio di poter vivere la strada nel gioco. Men che meno chi vive nelle metropoli, come racconta Stima di Danno. Anche noi, che viviamo in un paese piccolo, abbiamo ormai poche strade ancora giocabili, quelle chiuse, quelle troppo strette per le macchine, quelle che confinano col bosco. Ma si contano sulle dita di una mano.
Sentiero di montagna, nostra salvezza.
La provincia viene salvata dai cortili. Che non è strada, ma è comunque prato, ghiaietta, asfalto pure per sbucciarsi ben bene e andare in bici. Altro non c'è...Mitica bobbata montanara su strada. Tre chilometri!
E allora entra in gioco l'anima in pena. Perché è vero che spesso è una condanna. Ma il bisogno viscerale di camminare, di errare, di contemplare, di viaggiare, spesso aiuta anche i bambini a vivere il mondo come un'unica enorme strada.E quando faccio e disfo valigie, quando vedo che gli gnomi saltano i ritmi a causa del nostro pellegrinare mi assale lo sconforto e penso che li sto condannando a causa di un mio bisogno.
La nostra casa viaggiante
Poi però li vedo così entusiasti di quello che vedono, del diverso che incontrano, che i dubbi si sciolgono, come neve al sole. Si fa fatica a viaggiare, si fa fatica a giocare in strada. Ma che meraviglia è... Forse è anche ora di pensare che anche la fatica sia un diritto dei bambini da tutelare....