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Animali estinti: l’uro

Creato il 25 marzo 2015 da Marvigar4

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   L’uro (Bos taurus primigenius) è stato il vero antenato dei bovini moderni, più grande (175 cm di altezza media al garrese), con caratteristiche diverse quali il dimorfismo sessuale (i maschi neri con una striscia color grigio più chiaro o marroncina lungo la spina dorsale, le femmine e i vitelli rossastri) e con corna ricurve in avanti a forma di lira. L’aggressività dell’uro era proverbiale e il suo addomesticamento nel corso dei secoli mutò radicalmente le sue abitudini, rendendolo più fragile ed esposto agli attacchi degli umani. Il luogo di origine e di evoluzione degli uri pare sia la regione indiana, circa due milioni di anni fa, da qui i bovini trasmigrarono verso il Medio Oriente, altre regioni dell’Asia, e pervennero nel continente europeo circa 250.000 anni fa. Per più tempo sono stati considerati erroneamente una specie distinta dai moderni bovini europei (Bos taurus), ma una tassonomia più recente ha rivisto questa distinzione facendo derivare le specie europee dall’uro. L’etimologia del nome è tuttora oggetto di indagini, di sicuro viene respinta la derivazione dal tedesco Ur-Ochs, dove Ur significa “originario” e Ochs “bue”. Lo stesso nome scientifico Bos primigenius, traduzione latina dal tedesco, non è considerato corretto dall’ITIS (Integrated Taxonomic Information System), almeno che non venga integrato con Taurus.

   Vissuto in Europa, Africa e Asia, l’uro ridusse considerevolmente il proprio habitat limitandosi, a partire dal XIII secolo d.C., all’area del Nord-Est europeo fino alla Transilvania. Giulio Cesare nel suo De bello Gallico (VI, XXVIII) descrive, oltre alla renna e all’alce, l’uro: « Tertium est genus eorum, qui uri appellantur. Hi sunt magnitudine paulo infra elephantos, specie et colore et figura tauri. Magna vis eorum est et magna velocitas, neque homini neque ferae quam conspexerunt parcunt. Hos studiose foveis captos interficiunt. Hoc se labore durant adulescentes atque hoc genere venationis exercent, et qui plurimos ex his interfecerunt, relatis in publicum cornibus, quae sint testimonio, magnam ferunt laudem. Sed adsuescere ad homines et mansuefieri ne parvuli quidem excepti possunt. Amplitudo cornuum et figura et species multum a nostrorum boum cornibus differt. Haec studiose conquisita ab labris argento circumcludunt atque in amplissimis epulis pro poculis utuntur» (Il terzo genere è di quelli che si chiamano uri. Questi sono per grandezza poco al di sotto degli elefanti, per l’aspetto, il colore e la forma sono tori. La loro forza è grande e grande la velocità, e non risparmiano l’uomo né gli animali che hanno avvistato. [I Germani] li uccidono dopo averli catturati con cura nelle fosse. I giovani si irrobustiscono con questa fatica e con questo genere di caccia; e quelli che hanno abbattuto il maggior numero di uri, portate le loro corna in pubblico a testimonianza dell’impresa, ricevono grandi elogi. Ma neppure se catturati da piccoli si possono abituare all’uomo né essere ammansiti. L’ampiezza, la forma e l’aspetto delle loro corna differiscono molto dalle corna dei nostri buoi. Queste ricercate con cura le cerchiano d’argento all’ orlo e se ne servono come bicchieri in banchetti sontuosissimi).

   L’ultimo avvistamento di un uro, una femmina, risale al 1627 nella foresta di Jaktorów, in Polonia. Il cranio di questo esemplare fu sottratto dall’esercito svedese durante l’invasione svedese della Polonia (1655–1660) ed è ora proprietà del Livrustkammaren di Stoccolma.

© Marco Vignolo Gargini

http://it.wikipedia.org/wiki/Bos_taurus_primigenius


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