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Sì, peccato però che da lunedì a Roma piove e martedì mattina, 24 luglio, il cielo non prometta certo bel tempo. Vado così a guardare il sito di Roma Vintage e scopro che il concerto è spostato al Circolo degli Artisti. Intendiamoci, è una location che io adoro, ma la piccola sala che ospita i concerti durante l'inverno può anche essere vagamente piacevole quando fuori ci sono 4-5 gradi, ma non quando fuori ce ne sono 30 e dentro sono stipate centinaia e centinaia di persone.
Trascino V. nella bolgia infernale del Circolo e - dopo una sambuca e un amaro - riusciamo a piazzarci in buona posizione, diciamo in seconda fila. Sono le 22 circa, ma di Anna Calvi nessuna traccia mentre la temperatura sale. Ci annunciano che c'è il concerto di apertura di Vera, la cantante dei Nidi d'Arac che sta tentando la carriera da solista. Ammirevole il coraggio e la forza di volontà, ma allo stato attuale ci sono ampi margini di miglioramento, almeno dal vivo.
A questo punto, mentre qualunque parte del corpo gronda sudore, siamo pronti all'ingresso della star, ma niente. Sono le 23. Comincio ad innervosirmi e a pensare a quello che scriverò nel mio post, che non sarà certo simpatico nei confronti della Calvi.
Quando dopo le 23 Anna Calvi sale sul palco con dei pantaloni neri dalla foggia estremamente originale, una camicia rosso fuoco, un rossetto se possibile ancora più rosso e la capigliatura bionda e boccolosa, penso che abbiamo dovuto aspettare che la cantante sistemasse i boccoli uno ad uno. Insomma, ho la sensazione che mi stia già antipatica.
Ma nel momento in cui imbraccia la sua chitarra e tira fuori le prime note e la potenza della sua voce sono costretta a ricredermi. Anzi devo riconoscere che Anna Calvi è una di quelle cantanti per le quali il live garantisce ancora uno straordinario valore aggiunto, che l'ascolto della musica registrata non rende appieno.
Anna, accompagnata da Mally Harpaz alla chitarra, armonium e percussioni e da Daniel Maiden alla batteria, crea un'atmosfera che è a metà strada - come dice V. - tra un film di David Linch e uno di Tim Burton. Anna con la sua camicetta rossa con i fiocchi è una giovane fanciulla indifesa (in realtà ha 30 anni, anche se in questi momenti sembra molto più giovane) e dalla voce esile quando si rivolge al pubblico per chiedere in un italiano stentato "Come stai?" o quando le scappa da ridere perché tutti cantano con lei il ritornello di Suzanne and I, un po' una piccola Cappuccetto rosso che si è persa nel bosco, ma quando canta Desire, The devil, I'll be your man, Morning light, si trasforma, sembra più alta sulle sue scarpe nere col tacco altissimo, il suo viso si contorce in un orgasmo quasi doloroso che è infine liberatorio, e la sua chitarra suonata in modo estremamente potente ed erotico ci trascina nel suo mondo tragico e carico di passione.
Persino la cover di Surrender acquista qualcosa di inquietante nella sua dolcezza e non può sottrarsi a quei cambi di ritmo e di tono che ad Anna Calvi sembrano piacere moltissimo. La chiusura delle sue canzoni è spiazzante, castrante, lascia assetati e satolli al contempo.
Quando saluta tutti ed esce dal palco, il pubblico - com'è ormai quasi abitudine - ne chiede il rientro ed Anna - con il suo gruppo - ci regala altre due canzoni straordinarie in un crescendo potente che finisce con un assolo virtuosistico alla chitarra sulle note di Jezebel e per un attimo mi sembra quasi di vederle spuntare dei canini troppo lunghi dalla grande bocca e accendersi una fiammella negli occhi. Ma il silenzio che segue riporta la piccola Cappuccetto Rosso in sé e il tutto si chiude con Anna che saluta con dolcezza il pubblico romano.
Qualcuno dice "la cosa migliore accaduta al rock dopo Patti Smith", qualcun altro che è la nuova P J Harvey: ovviamente toccherà aspettarla al varco del secondo album, dopo il successo straordinario ottenuto con il primo.
Certamente Anna Calvi è il migliore risultato musicale in epoca Twilight ;-)
Certo, dentro la sua musica c'è tanta tradizione musicale che io - ignorante come sono - non sono in grado di riconoscere e ricostruire. Sono però sicuramente in grado di apprezzarne la qualità e l'eccezionalità. Cantanti così non nascono tutti i giorni.
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