Anna insegna: cosa mi metto?

Creato il 26 aprile 2013 da Anna3venere @AnnaVenere3
Non ero nervosa, nonostante i problemi dell'ultimo minuto, la sera prima avevo impostato la sveglia con scritto "Anna insegna" con relativa serenità. A dispetto di ciò alle 6 il mio cervello impazzito aveva già iniziato a lavorare:"Devo collegare il computer poi devo fare... Poi devo dire..." Ho cercato di spegnerlo concentrandomi sul film visto la sera prima, e ha funzionato, fino alle 9, quando mi sono alzata rassegnata.

Come sempre, grazie alla mia ansia anticipatoria, non sono stata serena fino a che non sono approdata alla sala conferenze, ho collegato il pc al proiettore ed è arrivata la mia amica Pucci (quella che corregge le castronerie che scrivo, e che si è subita slide e discorsi sul corso da dicembre!). Ero arrivata all'hotel carica come un mulo, e ho anche fatto un'entrata in scivolone perché una scarpa mi si è incastrata nei sampietrini, alla quale hanno anche assistito due corsiste. Tanto per provare per l'ennesima volta che sono estremamente normale e non ho ancora imparato a camminare sui tacchi.


Il corso è andato bene, molto bene, le ragazze mi hanno detto tutte di essersi divertite. Temevo che il corso durasse troppo poco, o troppo, ma la cosa che più avrei dovuto temere è finire la voce. Parlare in interrottamente per tre ore è difficile anche per me che ho la parlantina sciolta, ma le cose da dire erano così tante che avrei potuto non fermarmi mai.


Al termine, dato che il locale dell'aperitivo si è tirato indietro all'ultimo per un'ipotetica festa di 100 persone invisibili, abbiamo improvvisato un piccolo rinfresco nella sala con tè freddo, un po' di spumante e una deliziosa torta realizzata dalla mia amica Sonia de I Pasticci di Sonietta. Sonia mi ha davvero salvato dandomi una mano, avrei passato il sabato a cucinare qualcosa io, ma chi meglio di una Cake Desinger che tiene anche dei corsi di decorazione di torte poteva aiutarmi? Spero di poterla avere la prossima volta anche come ospite e che possa lei stessa mostrare una delle sue creazioni che potete già ammirare sul suo sito.


Alla fine è stato anche meglio che il rinfresco si sia tenuto nella stessa sala, in questo modo ha potuto partecipare anche chi aveva un treno da prendere poco dopo, e c'è stata più occasione di fare domande. La cosa che più mi piace di queste occasioni è la complicità che si crea tra corsiste, che magari non si conoscono e hanno età diversissime. Tutte si danno del tu e si rispondono l'un l'altra, perché vedono oggettivamente il corpo dell'altra ma non il proprio. Ho anche notato che moltissime credevano di essere delle pere, ma in realtà poche lo erano e poche avevano effettivamente i fianchi larghi.

Sono molto felice della riuscita di questo corso e ora chiedo a voi: Dove vorreste che si tenesse il prossimo? Indicatemi quale città riuscireste a raggiungere più facilmente, dato che stiamo già pensando di farlo tra non molto e in una città più, o meno, vicina a Genova.
Spero che presto mi vediate di più, perché vorrei davvero che il messaggio che predico "il nostro corpo non è sbagliato, è il vestito sbagliato a farcelo credere" arrivi dovunque e per questo vi lascio con un video con qualche spezzone di quando girato al corso.

Grazie a tutte quelle che hanno partecipato, a tutte quelle che avrebbero voluto ma la lontananza glielo ha impedito e a chi mi ha aiutato e sostenuto dal vivo o via etere in questi anni.

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