Magazine Opinioni
di David Incamicia
Eh già, le previsioni per il nuovo anno non dicono nulla di buono per quel che riguarda noi poveri abitanti di quella che fu la favolosa terra di "Bengodi". E stavolta gli oroscopi non c'entrano neanche un po'. A metterci in guardia, infatti, sono le sempre solerti associazioni dei consumatori che hanno lanciato un univoco e mesto avvertimento: nel 2011 arriverà una stangata di oltre 1.000 euro per le tasche delle famiglie italiane.
Secondo i calcoli di Adusbef e Federconsumatori, tra rincari di generi alimentari, benzina, tariffe, assicurazioni e servizi bancari, l'anno che verrà già si annuncia come l'ennesimo "annus horribilis" che porterà in dote una nuova randellata sui precarissimi equilibri finanziari degli impoveriti italiani. E a niente sono valse le mirabolanti e rassicuranti acrobazie verbali del nostro Premier nella sua recente conferenza stampa, quando ha (ri)annunciato le "magnifiche sorti e progressive" della (purtroppo) ancora incantata Nazione italica.
La voce più consistente dei rincari sarà quella alimentare, con aumenti annui di 267 euro, ovvero del 6%. A seguire i carburanti, per i quali la spesa aumenterà di ben 131 euro l'anno. Si dà ormai per scontato per il greggio un rally fino a 100 dollari al barile. Oltre 120 euro in più saranno spesi per il trasporto ferroviario, comprese le tratte dei pendolari. I prezzi dell'Rc auto cresceranno di 105 euro (+10/12%). Aumenti sono previsti anche per le tariffe autostradali (+2%), per quelle del gas (+7/8%) e della luce (+4/5%), per quelle dei rifuiti (+7/8%) e per l'acqua (+5/6%).
L'aumento più robusto in termini percentuali è però quello del trasporto pubblico locale (+25/30%). Anche il 2011, pertanto, sarà a parere di Adusbef e Federconsumatori un anno infelice: sia per la crisi economica che, se non adeguatamente affrontata, non permetterà di raggiungere nemmeno l'1% di crescita del Pil, sia per i rincari stessi che contribuiranno a ridurre ulteriormente il potere di acquisto delle famiglie. Secondo le associazioni ad influire non saranno soltanto i soliti comportamenti speculativi in tema di prezzi e tariffe, ma pure le tensioni sui costi dei prodotti energetici e delle materie prime. Ecco perchè sarebbero necessarie politiche economiche completamente diverse da quelle finora seguite.
Pure in periodo di crisi, dunque, le tariffe pubbliche hanno continuato ad aumentare a ritmi sostenutissimi, in particolar modo nel periodo tra il 2008 e il novembre di quest'anno, e questo nonostante l'inflazione sia cresciuta "solamente" del 2,2%. Denuncia che proviene dalla Cgia di Mestre, che ha analizzato l'andamento delle principali tariffe dei servizi pubblici negli ultimi 3 anni.
La variazione più importante l'hanno registrata i pedaggi autostradali (+10,8%), il gas (+8,9%), i trasporti ferroviari (+8,7%) e i servizi postali (+7,3%). Ma il dato particolarmente significativo è il forte aumento registrato dalle tariffe di competenza di Regioni ed Enti locali, con un +7,4%, mentre quelle di competenza del governo centrale sono aumentate del 6,3%. A dimostrazione che sia gli uni, sia gli altri, a fronte della grave situazione economica, hanno fatto cassa a spese dei cittadini e delle piccolissime imprese.
E proprio su queste ultime, sottolineano sempre dalla Cgia di Mestre, gli aumenti hanno colpito due volte. In quanto i lavoratori autonomi, vale a dire gli artigiani e i piccoli commercianti, le pagano appunto due volte: una come cittadini, in riferimento alle utenze relative alla propria abitazione, la seconda come gestori di piccoli negozi o botteghe artigianali. E peccato che, a fronte di questi aumenti, ultimamente non sia corrisposto per i cittadini e gli imprenditori un rispettivo aumento della qualità e della quantità dei servizi offerti.
In sostanza, cari compatrioti, non fatevi illusioni manco stavolta. Quando nei prossimi giorni leggerete le previsioni degli astri o la sera di San Silvestro che sarete tirati a lucido e impacchettati come sardine od ogniqualvolta canticchierete, magari sotto la doccia o sbarbandovi, l'ameno refrain di "Meno male che Silvio c'è...", una sola certezza dovrà occupare lo spazio lasciato libero dai vostri neuroni: anno nuovo, vita vecchia! Sempre coi migliori auguri...
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