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Il regicidio del re da parte dei servi fedeli, il voto del referendum, il post elezioni amministrative e il futuro del paese.
Una puntata iniziata con i servi del cavaliere riuniti a Capranica, per cercare di rilanciare la politica del governo e del PDL.
Inutilmente, direi, visti poi gli atteggiamenti dei ministri Brunetta e Castelli in studio. Inutilmente arroganti e sorridenti: non un minimo di autocritica, non una parola di scuse al paese.
Sarebbe piaciuto chiedere conto a Brunetta che fine ha fatto la caccia ai fannulloni e la posta certificata.
E a Castelli, che ne pensa del suo partito che dopo Roma ladrona, rischia di affondare assieme all'erede di Craxi.
E invece, il duo, si è lanciato in una serie di attacchi e accuse nei confronti di Bersani (già responsabile della morte di Feltri?).
Bersani che, ospite in studio, ha commentato la sparata di Feltri con "non ci siamo sparati noi con Berlusconi".
Il segretario ha voluto rispondere anche alla questione della Rai: il problema non è Santoro, ma la Rai. Non intendo partecipare, al prossimo giro, alle nomine nel cda: il PD ha presentato un disegno di legge per togliere la Rai dalle mani dei partiti. Il segretario ha poi invitato la Corte dei conti a indagare sulla Rai, sugli sprechi e sul calo di share (che significa perdita di soldi pubblici).
Chissà, sarebbe bastato fare una legge sul conflitto di interessi ...
Tornando all'Italia: noi vogliamo ragionare all'Italia che in questi anni non è migliorata in niente. Si parla di un ritorno del Berlusconi di una volta, come se fosse mai esistito un B. diverso.
Anche una volta faceva solo promesse: promesse a cui ora la gente non crede più, perchè soffocata dai suoi problemi.
A Bersani ha risposto Brunetta: "la sinistra è ossessionata da Berlusconi". Bersani, che prima era a favore dell'acqua provatizzata e del nucleare, ora sta usando i referendum per fare la spallata al cavaliere, accondandosi in modo parassitario a Di Pietro: "parliamo di fatti concreti!".
Un giorno si parlerà dei fatti concreti nella pubblica amministrazione. Delle riforme e dell'informatizzazione che sarebbe dovuta arrivare.
Bersani ha risposto al ministro ricordando la proposta di legge sull'acqua del suo partito, che non prevede la privatizzazione obbligatoria di questo bene.
E poi "sono contrario a questo piano demenziale sul nucleare", e al bluff del decreto omnibus, smentito pure dalla Cassazione.
Il Di Pietro che non ti aspetti: complice la vittoria a Milano e Napoli, l'ex pm ieri sera sembrava molto più rilassato e tranquillo.
L'artefice della raccolta delle firme contro il nucleare e contro il legittimo impedimento.
Sulla Rai, in gioco c'è il diritto degli italiani di essere informati e in questa televisione generalista questo non è più possibile, per cui gli italiani che pagano il canone saranno pure cornuti e mazziati.
Andare a votare al referendum è, come ha pure ribadito il presidente, un dovere: per quegli stessi cittadini che pretendono una democrazia partecipata.
Sull'esito del voto, ha poi detto che non ci metterà sopra il cappello in caso di vittoria.
Castelli, da buon viceministro, ha invece spiegato che per lui il problema è il canone (non Minzolini, non l'AGCOM, non la condanna da parte dell'AGCOM ..).
Pagare il canone per sentire una persona in malafede come Travaglio è una sofferenza, questa la sua opinione . E per fortuna che da ministro ha abolito i reati di opinione:
Castelli (Lega) querela Stella e Rizzo (4 ott 2007)
Castelli annuncia la querela a Travaglio, lui attacca (16/05/2008 )
La vittoria a Milano (e la sconfitta del PDL) sono viste come la prova dell'inesistenza di un regime, più volte indicato in trasmissioni come annozero.
Come se le telefonate all'AGCOM non fossero mai esistite.
Ricordiamo che se al ministro non piace il canone della Rai, a me non piacerebbe pagare lo stipendio a tutti i parlamentari sotto processo o condannati.
Alle auto blu, alle scorte a persone come Sgarbi o Fede.
Eppure è la democrazia. E il rispetto delle voci e opinioni diverse.
Un concetto che forse sfugge sia a Brunetta che Castelli: entrambi appartenenti ad un partito per cui il capo ha sempre ragione.
Il ricordo di Emilio Alessandrini.
Ruotolo ha intervistato di fronte al palazzo della giustizia il figlio del magistrato ucciso da Prima Linea: nel giorno in cui l'omicida Battisti esce dal carcere brasiliano e dove si scopre che, tra 3 anni, tutti i processi che arirveranno in appello a Milano saranno prescritti.
Marco Alessandrini ha parlato del valore della memoria condivisa e del concetto della giustizia per suo padre: "sia fatta giustizia affinchè non perisca il mondo".
che giustizia ha in mente invece questo governo? Ancora quella per cui il mondo è diviso in ricchi e poveri.
E dove al principe è tutto concesso.
Alla fine, Santoro è sbottato, "Basta! Siamo noi ad essere stufi, avete rotto! Noi non abbiamo bisogno della pubblicità, Annozero da solo raccoglie 15 milioni di euro!".
Lo ha fatto rispondendo a Roberto Castelli che si lamentava di pagare il canone per gli interventi di Marco Travaglio:
«Noi non usiamo un soldo del canone - gli urla contro Santoro -, noi finanziamo altre trasmissioni comprese quelle che voi partiti avete imposto alla Rai. Insopportabile... 15 milioni milioni di euro in pubblicità per la nostra trasmissione quest'anno. Siete voi che dovete lasciare libera la Rai».
E sulla spinta degli applausi fortissimi del pubblico: «Avete rotto. Non si sopporta più. Noi vogliamo la Rai pubblica, siete voi che ci rovinate, noi sappiamo gestirla. Sono i vostri che sono invendibili e incomprabili. È Sgarbi. Noi siamo nel mercato. Chi ha pagato Sgarbi? Chi paga Minzolini. Chi paga Rai1 , Rai2 noi paghiamo Rai1, Rai2, siamo stufi».
Applausi a scena aperta.Siamo stufi .. chissà quando se ne renderanno conto anche i signori ministri?
L'interventi di Travaglio
Le vignette di Vauro
L'intervento di Grillo
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