Anoressia e bulimia sono due disturbi del comportamento alimentare che spesso interessano gli adolescenti. La pericolosità di queste malattie è data dal fatto che, se non trattate tempestivamente, possono portare alla morte. L’età dell’adolescenza è un periodo di cambiamento per i ragazzi molto critico, in cui essi si sentono confusi e spesso non amati dalla collettività. Di solito colpiscono le ragazze con bassa autostima, che tendono a confrontarsi con gli altri e con gli stereotipi imposti dalla società. Per questo motivo esse sono portate a prefiggersi come obiettivo quello di raggiungere, e non abbandonare più, ciò che loro considerano “la perfetta forma fisica”.
In realtà, questo traguardo è rappresentato da un corpo terribilmente magro, “scheletrico” per l’esattezza. Mentre l’anoressia permette di arrivare a questo fisico attraverso una dieta alimentare molto ferrea e povera di sostanze nutritive, la bulimia prevede abbondanti e compulsive mangiate accompagnate poi da vomito o uso di lassativi. L’eccessiva perdita di peso può portare a mancanza del ciclo mestruale, caduta progressiva dei capelli, secchezza della pelle, fino ad arrivare a problemi di malnutrizione, di cuore, di circolazione del sangue, gravi squilibri ormonali che possono poi causare, in alcuni casi, la morte.
Per evitare che la situazione possa aggravarsi, è importante che i genitori dei ragazzi si rendano subito conto dei disturbi alimentari dei loro figli in modo da aiutarli con i loro consigli o ricorrendo ad uno psicologo. Sono state sviluppate di recente alcune teorie secondo le quali questi disturbi alimentari possono essere causati da fattori ambientali o chimici che hanno modificato, spesso prima della nascita, l’attività genetica di alcuni adolescenti (“cambiamenti epigenetici”).
Anche fattori come lo stress, le forti pressioni o una dieta povera di sostanze nutrienti possono alterare l’attività genetica. Altri studi vengono condotti attualmente dai ricercatori per comprendere meglio le cause scatenanti di queste malattie nervose e sviluppare farmaci in grado di curarle.