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Antenati. L'alimentazione nella Grecia antica

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L’alimentazione nella Grecia antica è diventato oggetto di studio sia accademico che culinario negli ultimi anni.Cosa mangiassero i greci antichi suscita curiosità  e interesse anche tra la gente comune, non soltanto di settore come possono essere gli storici dell’alimentazione o gli archeologi . Così, accade non di rado che si organizzino cene a base di ricette della Grecia antica cui seguono dibattiti  sul tema.  Quasi dei simposi!  L’argomento interessa e appassiona, tanto che molti autori e studiosi di alimentazione e cucina fanno dei convegni e dei discorsi pubblici in materia, come Elias Mamalakis per esempio, che ne ha tenuto uno qualche giorno fa, per non parlare dei tanti libri che si scrivono e si sono scritti.Sostenere che l’alimentazione antica  non disti enormemente dall’alimentazione moderna, non è un’affermazione fuori luogo.  Anche il rito delle consumazioni non è cambiato concettualmente. Come nella Grecia antica i simposi erano il modo per mangiare e stare insieme parlando e filosofando, così nella Grecia moderna, dove mangiare significa incontrarsi, stare insieme in modo piacevole.Mangiare non era solo piacere per i greci antichi. Grandi cultori della salute e della bellezza, non potevano non attribuire al cibo l’importanza che ha nel perseguire questi due concetti.  Da qui anche la conosciutissima  frase di Ippocrate “che il tuo cibo sia la tua medicina e la tua medicina il tuo cibo”. L’approccio al cibo era duplice. Gastronomia, intesa come arte e scienza culinaria, e comunicazione. (possiamo dimenticare che gastronomia è una parola greca)???  Suo padre è considerato il poeta e filosofo Archestrato, originario di Siracusa. Ha scritto l’ “Idipathia”,  che è considerato il primo libro dell’arte culinaria nel mondo, intorno al 4 secolo a.C. Certo, precetti alimentari troviamo nei libri sacri di tutte le religioni, ma questo è il primo scritto dedicato alla cucina.Archestrato  ci ha tramandato 5 regole d’oro,  molto attuali.

  • materie prime genuine
  • armonia tra gli ingredienti
  • le salse forti sono da evitare: coprono i sapori dei vari ingredienti
  • le salse leggere sono da preferire: aiutano al godimento del palato
  • condire con misura: così si crea l’armonia dei sapori e dei profumi

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Veniamo quindi a sapere (da varie fonti  tra cui le commedie di Aristofane) che i greci antichi cominciavano la giornata con il sorgere del sole. Prima di cominciare il loro lavoro, mangiavano qualcosa di semplice. Questo prima pasto si chiamava “akratisma” ed era del pane imbevuto nel vino. Intorno a mezzogiorno mangiavano un pasto semplice e veloce (fast food ante litteram) che si chiamava “ariston”. Prima della sera mangiavano qualcosa di veloce, una merenda diremmo oggi, il “esperisma”.Il pasto principale era quello serale, anche perché avevano degli invitati quasi sempre.Il cibo era semplice. Cereali (grano e orzo), fave e lenticchie (ridotte in purè pare fossero un cibo molto amato), erbe, cipolle, olive, olio e più raramente il burro,  frutta, dolci. Aglio e formaggi erano consumati in quantità. La carne, piuttosto cara, veniva mangiata raramente e di solito era carne di pollame, maiali, cacciagione. I pesci erano consumati come alimento di base. Un condimento a base di pesce era il “garos” , garum per i romani, di cui epigone è la famosa colatura di alici.La cena finiva con il dessert: frutta fresca o secca, dolci, miele.Il vino che usavano annacquare per avere lucidità nella conversazione, era la loro bevanda principale.Come posate avevano dei cucchiai, ma non delle forchette, così la carne era servita tagliata a pezzi piccoli. Il periodo ellenistico ha portato da oriente diversi nuovi  prodotti i aprendo un capitolo nuovo nell’alimentazione: pesche, albicocche, arachidi.Finisco con la “krokati maghiria” (cibo bizantino)Facciamo bollire in brodo pesci di buona qualità aggiungendo chiodi di garofano, zafferano, cannella, miele e nardo.
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