Cari lettori, oggi vi presento il primo romanzo di Simone Lenzi “La generazione” dove il protagonista è un uomo che si trova a dover risponde ad una domanda: “Tu lo vuoi un figlio?” ma che per lui, questa domanda così apparentemente semplice, diventerà inquietante e vedremo come questo verrà vissuto in modo completamente diverso tra l’uomo e la donna; il libro racconta proprio la storia di una coppia che cerca di avere un figlio ma non ci riesce, credo purtroppo, un fatto di grande attualità ma affrontato, in questa storia, dal punto di vista maschile.
Il regista Paolo Virzì autore di Ovosodo e La prima cosa bella è rimasto particolarmente colpito dalla lettura del manoscritto definendolo «commovente» e giungendo alla clamorosa decisione: «Sarà per il mio prossimo film».
Un esordio formidabile che affronta un tema attualissimo
con grazia e originalità
Autore: Simone Lenzi
Edizione : Dalai editore
Pag. 160
Prezzo: 15 euro
In libreria da marzo
Trama
Un portiere notturno d’albergo, che ha scelto quel mestiere per soddisfare in solitudine la propria passione per i libri, è impegnato con la moglie in un tentativo di procreazione assistita. La faccenda diventa ben presto un assillo, soprattutto per la donna, mentre lui si rifugia in letture che, prendendo spunto dalla riflessione medico scientifica e filosofica sulla generazione umana, finiscono con l’imbastire una fitta trama di rimandi dove teorie e personaggi si confondono in echi e assonanze imprevedibili eppure sempre coerenti. La vita famigliare, si rende conto, è molto diversa da quella che da bambino aveva trovato descritta in un manuale domestico cui aveva creduto come a una bibbia. Romanzo al contempo drammatico e divertente – organizzato intorno alla massima di Ippocrate posta in apertura, «La vita è breve, l’arte è lunga, l’occasione fuggevole, l’esperimento pericoloso, il giudizio difficile» – La generazione interroga il lettore sul desiderio di avere figli per come questo si declina al maschile e al femminile, proponendo con discrezione una via di uscita all’ossessione, una seconda chance che i protagonisti daranno a se stessi per tornare a vivere. Una cura oltre la medicina.
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