San Martino mi ricorda quando, da ragazzino, nel mese di novembre, percepito triste con la sua caratterizzazione del ricordo dei defunti e l’annesso fiore crisantemo, faceva già freddo e nel periodo fra il 10 e 12-13 novembre spesso compariva una giornata di sole, e sembrava , magari lo era, che l’aria era più tiepida del solito.
Era la famosa “Estate di San Martino“. Così gironzolando nel web vedo che in molti paesi, a vocazione rurale o in quanto presenti aziende agricole o di servizi connessi, si festeggia il Santo.
A Inveruno, patria dell’unico ministro agricolo che si possa ricordare con benevolenza (Giovanni Marcora), la fiera è veramente una tradizione molto forte, siamo alla 405 ma edizione!! Incredibile e nell’archivio di Stato di Milano viene conservato questo editto del 1680 “ ”Nel luogo di Inveruno si fa fiera il giorno di San Martino di ogni sorta de merci et robba cibaria ogni anno”.
La festa dura 3 giorni dal 10 al 12 di Novembre e la fa da padrona la collaudata capacità organizzativa della Coldiretti con i vari stand collegati alla vendita diretta e ai prodotti locali e tipici. Ma c’è veramente da vedere la zootecnia agricola con la mostra delle Frisone (vacche da latte), dei conigli, delle fattorie didattiche con la produzione di miele e poi gli asini, gli sport equestri e le immancabili grigliate.
Siamo a 30 minuti da Milano e dallo stress urbano possiamo tuffarci nell’agricoltura tipicamente lombarda e padana.
La fiera si estende su quasi 3 ettari e nel paese, presso la villa comunale c’è un bellissimo parco e gli inverunesi hanno anche delle particolari pietanze tra cui (qualcuna si potrà assaggiare in qualche posto della fiera!!):
La Piota: dolce costituito da pasta per il pane con l’aggiunta di uva, fichi, mele, pere, uvetta;
Il risotto giallo con la salsiccia
La Casora: piatto costituito da verze.
La Rusumàa: sorta di zabaione “a freddo” ottenuto con l’unione dell’albume d’uovo montato a neve, del tuorlo lavorato con poco zucchero e marsala