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Antiche tradizioni greche

Da Traveltotaste

In Grecia, Paese di religione ortodossa, in Natale è una festività molto importante.

Molti sono i rituali che accompagnano i giorni di festa ed alcuni sono da far risalire a tempi antichi.

La Vigilia è caratterizzata dai Calanda, i cori che i bambini intonano andando di porta in porta ricevendo in dono frutta e dolci. Questi canti hanno certo una valenza religiosa ma sono anche un elogio vero e proprio del padrone di casa, dimostrandogli il proprio rispetto e il miglior augurio di fortuna e prosperità.

Una leggenda narra della venuta dei Kalikantzaroi, durante l’anno dimorano sotto la Terra dove tentano di tagliare l’albero che sostiene la Terra stessa. Quando si avvicina il Natale, abbandonano il loro lavoro e salgono sulla Terra, dove rimangono a partire dalla Vigilia di Natale fino all’Epifania con l’intento di disturbare gli uomini uscendo dai camini, dai fori delle serrature, dalle fessure delle porte e delle finestre, dai pozzi, dalle caverne e da qualsiasi altro piccolo foro che si trovi nel terreno. Compito degli uomini è trovare delle opportune misure difensive!

Il piatto che più rappresenta il Natale è il Christopsomo, il pane di Cristo, e la sua preparazione è uno dei riti più suggestivi che si compiono il giorno della Vigilia.

L’impasto, la lievitazione, la cottura in forno seguono un cerimoniale ben preciso, immutato nei millenni, segnato da benedizioni e formule scaramantiche, un misto tra sacro e profano.

Per panificare si usa la alousìa, miscela di acqua e cenere, dalle proprietà purificatorie e vivificanti. Acqua e cenere sono due elementi primordiali, che incarnano l’energia vitale del cosmo. Durante la preparazione la padrona di casa pronuncia la formula: “Cristo è nato, la luce si accende, cresca il lievito del pane”. Prima di essere riposto a lievitare nella madia, le massaie incidono un segno di croce sull’impasto di acqua e farina.

Una volta lievitato l’impasto, se ne prende metà e si forma una ciambella, con il resto si forma una croce al cui centro si pone una noce col guscio, simbolo di vita e di rinascita. Sul resto della superficie si disegnano con il coltello elementi decorativi quali foglie e fiori. Una volta cotto nel forno a legna, viene spazzolato con un ramo di ulivo, pianta legata ad Athena, divinità fondatrice della “grecità”.

Il pane così accuratamente preparato si pone sulla tavola imbandita per la cena della vigilia, insieme ad un piatto con il miele e frutta secca. A cena il padrone di casa rompe il “pane di Cristo“ sulla sua testa e se il pezzo di sinistra è il più grande, questo è il segno che il nuovo anno sarà buono. Il taglio e il consumo del pane è invece riservato al giorno di Natale, durante il pranzo. Soltanto al capofamiglia è riservato il diritto di tagliare il Christopsomo. Nel giorno di Natale, mentre tutta la famiglia è in piedi intorno alla tavola, il capofamiglia, incide il pane, formulando gli auguri di pace e di prosperità: il primo pezzo è per la casa, il secondo per il Cristo, il terzo per la Madonna, i successivi per i membri della famiglia.

Ogni membro, prima di mangiare la sua porzione, si fa un segno di croce, pronunciando “kronia pollà”, la tradizionale formula augurale greca che vuol dire “lunga vita”.

Christopsomo

Antiche tradizioni greche

ingredienti: 2 Kg farina, 130 g lievito di birra, 1 tazza circa di acqua tiepida, 700 g di zucchero, 2 bicchieri da vino di olio, 2 tazze di vino rosso caldo, un pizzico di sale, 400 g noci tagliate a pezzi grossi, 500 g uva passa, spezie miste (2 cucchiaiate da minestra di cannella, 1 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere, 1/2 di cucchiaino di noce moscata, 2 cucchiaini di mastica pestata*), buccia di 2 arance tagliate a piccoli pezzi, 1 bicchierino di succo d’arancia, 1 bicchierino di cognac.

per decorare: un po’ di latte, sesamo, noce intera col guscio.

Far sciogliere il lievito in 1/2 tazza di acqua tiepida con 2 cucchiai di farina, mescolare e lasciar riposare per 10 minuti finché non inizierà a far le bolle. In un’ampia ciotola setacciare 2/3 della farina con il sale, fare un buco al centro e versare la miscela di lievito, aggiungere la rimanente acqua tiepida ed il vino. Mescolare bene finché non risulti un impasto molto morbido. Coprire con un canovaccio umido e lasciar lievitare per 2 ore circa, finché sarà raddoppiato di volume. Dar un pugno alla pasta affinché si sgonfi bene e poi aggiungere la restante farina, l’olio, il succo d’arancia, il cognac e la scorza d’arancia. In una ciotola più piccola mescolare lo zucchero con l’uvetta, le noci, le spezie e poi aggiungere il tutto all’impasto. Impastare bene con vigore finché l’impasto non sia ben amalgamato e non sia più appiccicoso (almeno 10 minuti), coprire e lasciar lievitare mezz’ora. Riprendere la pasta, adagiarla su una teglia da forno ricoperta di carta forno, dandogli una forma tonda od ovale. Coprire con un canovaccio asciutto ed uno umido al di sopra e lasciar lievitare ancora, in luogo caldo finché non raddoppia di volume. Preriscaldare il forno a 230°. Prima di infornare fare una croce sul pane, posizionare al centro una noce intera, spennellare la superficie con del latte e cospargerla con semi di sesamo. Mettere sul fondo del forno una teglia con almeno un dito d’acqua. Infornare a 230° C per i primi 15 minuti, dopodiché togliere la teglia d’acqua e abbassare il forno a 180-200°C e far cuocere il pane altri 30 minuti circa. Sfornare e far raffreddare su di una griglia e spennellare con dell’acqua.

*La mastica è la resina che si ricava da un arbusto o piccolo albero della famiglia del pistacchio. Il suo nome è Lentisco, o meglio Pistacia lentiscus. Viene utilizzata come aroma per uso culinario oppure per le sue proprietà di “gomma”. Il suo uso come aroma è soprattutto greco. Vista la difficile reperibilità di questo prodotto in altre zone, si può sostituire con dell’anice, non sarà la ricetta tradizionale ma è un modo per rimediare all’impossibilità di rimediare l’ingrediente.

Foto archivio web



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