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I Purāṇ sono antichi testi orientali compilati tra V e il XIII secolo a.C. Essi trattano la creazione dell’universo e la sua distruzione, la genealogia degli dei e dei patriarchi, i regni di Manu e la storia delle stirpi solare e lunare.
I Purāṇa sono 18, con altrettanti Upa Purāṇa, o Purāṇa subordinati, e vengono raggruppati in tre categorie, secondo che il sentimento che in essi prevale sia l’armonia (sattva), l’inerzia (tamas) o l’energia (rajas). Nel primo gruppo vengono inclusi il Viṣṇu Purāṇa, dialetticamente il migliore, il Nārādiya Purāṇa, il popolarissimo Bhāgavata Purāṇa, il Garuḍa Purāṇa, il Padma Purāṇa e il Vārāha Purāṇa, tutti d’ispirazione visnuita.
Alla categoria di tamas appartengono invece il Matsya Purāṇa, il Kūrma Purāṇa, il Linga Purāṇa, lo Śiva Purāṇa, lo Skanda Purāṇa e l’Agni Purāṇa, dedicati a Śiva. Infine sotto la denominazione di rajas vengono raggruppati i Purāṇa dedicati a Brahmā, ovvero il Brahmā Purāṇa o Ādipurāṇa, il Brahmananda Purāṇa, il Mārkaṇdeya Purāṇa, il Bhaviṣya Purāṇa, il Brahmavaivarta Purāṇa e il Vāmana Purāṇa.
La ragione della loro vastissima popolarità è dovuta al fatto che a essi avevano accesso tutti, comprese le donne e gli intoccabili, cui erano interdetti i Veda e il rituale a essi relativo, nonché alla semplicità del linguaggio, che aveva facile presa sulle masse incolte.
Questi testi affondano le loro radici in un passato molto remoto, essendo un vero e proprio ricettacolo di saperi e leggende tradizionali, originariamente narrate da bardi chiamati sūta.
Le edizioni a stampa (e forse ancor di più quelle critiche) sono state accolte con riprovazione dagli ambienti hindū, i quali considerano tuttora legittima nonché necessaria la continua modificazione di questi testi al fine di mantenerne intatta l’aderenza culturale e religiosa in ogni tempo, possibilità che verrebbe ovviamente minata da una fissazione definitiva.
Proprio per il carattere “aperto” che contraddistingue i Purāṇa, oltre che per la tendenza a fondere al loro interno testi diversi di natura eterogenea, è impossibile tentare di risalire alle fasi originarie di queste opere. L’inglobamento di certi materiali piuttosto che altri all’interno di un dato Purāṇa dipese (e dipende tuttora) e dall’appartenenza religiosa dei curatori a una data setta e da questioni di necessità territoriale (l’inclusione o esclusione di un dato testo dipendeva cioè dall’esigenza della trasmissione di un certo insegnamento piuttosto che un altro nella zona in cui il Purāṇa veniva redatto): ciò dà conto del carattere spesso fortemente regionale di questi testi.
Viene tradizionalmente affermato che l’argomento affrontato dai Purāṇa è il pañcalakşaņa, ossia le “cinque caratteristiche distintive” qui di seguito elencate:
- sarga (creazione [del cosmo]);
- pratisarga (ciclicità [del cosmo]);
- vaṃśa (genealogia [divina]);
- manvantara (epoche [cosmiche], lett. “altro Manu”);
- vaṃśānucarita (genealogia dinastica).
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