Pubblicato da fabrizio centofanti su aprile 5, 2012
di Cristina Bove
Scusami, don,
se non festeggio
se me ne sto aggrappata alle radici
d’un baratro affrescato__sembrebbe
d’azzurro
invece è più profondo del mistero
cui pertanto non credo
io so di luce amara
sporgersi dalle ciglia degli umani
quelli che a dirsi angeli non so
se appartengono ai cieli
o se viaggiano altrove travestiti
da comuni mortali
però vorrei che fossero tra noi
scarpe da tennis pattini e chitarre
e sapessero quanto costa agli uomini
vivere senza ali
E invece di campane__sulla terra
rintoccassero i battiti dei cuori
di tutte le creature del pianeta
condannate alla morte già nel nascere
immemori d’origini immortali.