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Antipolitica e parlamentari scelti a caso

Da Leragazze

Antipolitica e parlamentari scelti a casoStiamo assistendo all’emergere di un numero crescente di sconcezze, non sessuali questa volta, da parte di alcuni politici. Molti mostrano atteggiamenti arroganti e protervi, altri noncuranza nei riguardi delle reazioni e della volontà dei cittadini. È dei giorni scorsi la ferma presa di posizione dei tre leader, chiamiamoli così, Alfano, Bersani e Casini, uniti come mai prima nell’opporsi a quello che loro ritengono “l’errore drammatico”, cioè l’eliminazione del finanziamento pubblico ai partiti. Peraltro già abrogato dagli elettori con il referendum del 1993. Del quale hanno goduto in questi anni in misura tripla rispetto alle reali spese elettorali avute, poiché l’escamotage, come sappiamo, è stato trasformarlo in rimborsi elettorali.

Tutto questo sta sollevando il vento di quella che è stata definita antipolitica, o sconforto, o sfiducia che dir si voglia verso coloro che dovrebbero far funzionare il paese. Al di là dei termini, lo scorso lunedì Mentana ha presentato nel suo TG di La7 i risultati del consueto sondaggio settimanale realizzato da Emg, da cui emergeva che il 35,9% dei cittadini è intenzionato ad astenersi. A costoro bisogna poi aggiungere il 3,2% costituito da chi vuole votare scheda bianca.

A me tutto questo, invece, ha fatto tornare alla mente un articolo di alcuni fisici ed economisti dell’università di Catania uscito nel luglio scorso sulla rivista Physica A: Statistical Mechanics and its Applications.

La tesi degli autori, dimostrata con un modello matematico che i più curiosi possono andarsi a vedere, è che le democrazie funzionerebbero meglio se una parte dei parlamentari fosse scelta a caso. Il sistema elettorale non sarebbe abolito del tutto, ma solo integrato con una percentuale, esattamente determinata dal modello, di prescelti in modo casuale.

Alcuni hanno chiamato questo sistema, non così fantascientifico visto che nel corso della storia è stato adottato per certi periodi in alcuni stati e città, demarchia o democrazia statistica. I vantaggi secondo gli Scienziati sarebbero molteplici. Per esempio, vi sarebbe una distribuzione equilibrata delle cariche parlamentari per stato socio-economico, etnia, religione, genere sessuale e così via. Inoltre, le persone scelte a caso non dovrebbero sdebitarsi con nessuno per l’elezione ottenuta e sarebbero quindi leali solo verso la propria coscienza e non verso gruppi di potere di qualunque tipo. Infine, le loro azioni non sarebbero condizionate dalla necessità della rielezione.

Non è un’idea sfiziosa? Chissà che i Parlamentari eletti a caso non risultino davvero migliori e più efficienti di quelli eletti dai cittadini, o meglio scelti dalle segreterie di partito secondo un sistema elettorale profondamente iniquo. A cui nessuno, guarda caso, ancora ha messo mano. E questa è un’altra storia ancora.



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