Prendiamo la Danimarca, Paese oggettivamente freddo per gran parte dell’anno. I bambini escono. Tutti i giorni. Con la neve, con la pioggia, con il
vento. Escono, perché semplicemente i bambini devono stare all’aria aperta, almeno qualcheora ogni giorno. Non hanno paura perché imparano a non aver paura del clima, e della natura e del mondo. La regola culturale èdisarmante: quando fa caldo fa caldo, quando fa freddo fa freddo. A Copenaghen, a novembre, mentre il sottoscritto Totò e il suo degno sodale Peppino girovagavano abbigliati come Gustav Thoeni a Sapporo ’72,potevano ammirare le famiglie che al sabato sera uscivano in bici. A -4 gradi centigradi. Al mattino i parchi ammorbiditi dalla neve eran pieni di bimbi in età prescolare, lasciati liberi di pascolare nel bianco del gelo. Roba che da noi linee di Telefono Azzurro roventi, proprio.E all’asilo, come alle elementari,c’è sempre, quotidianamente, un po’ di tempo da dedicare alle attività all’esterno. Senza, evidentemente, perire. Evidenza pura, disinnescata dalla classica risposta della mamma infagottata: “Vabbé, ma sono abituati”. No, caso mai è che li hanno abituati! I bambini crescono così, e crescono sani e felici, pur in assenza del mito del clima mite E’ una pratica sociale diffusa, è sanità mentale endemica. Suffragata dai report scientifici. “Con l'arrivo del freddo, mamma e papà hanno paura di lasciare i figli all'aria aperta, perché temono per la loro salute – ammonisce Susanna Esposito presidente dellaSocietà Italiana di Pediatria - In realtà hanno minori possibilità di essere esposti agli agenti infettivi di quante ne hanno se rimangono a lungo al chiuso”.Funziona così a Copenhagen, provincia di Ovunque. Mentre qui, da noi, scovato per mio figlio un raro asilo con giardino attrezzato all’aperto, mi sonosentito rispondere: “Prima di maggio-giugno i bambini non escono, ecomunque solo con il sole. Non vogliamo che si ammalino”. Avrei voluto rispondere ed argomentare, ma inflaccidito dal caldo sub-equatoriale della nostra primavera ho desistito. Danimarca dreamin’.Magazine Opinioni
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