Per oltre 125 mila pensionati Lombardi il nuovo anno è iniziato con l’ansia di vedersi revocata la pensione di reversibilità o l’integrativo dell’INPS.
A molti è stata infatti richiesta la documentazione per verificare se le prestazioni ricevute fossero dovute o meno.
Questi anziani signori, in preda alla preoccupazione, si sono recati velocemente agli sportelli di Caaf e Patronati, tempestando anche di chiamate i centralini dei sindacati, per verificare al più presto la loro posizione.
Tuttavia, per evitare tutti questi disagi sarebbe bastata una migliore organizzazione da parte dell’INPS, in quanto in molti casi i Caaf hanno rilevato che gran parte di queste persone aveva già provveduto nei mesi precedenti a spedire tutta la documentazione nuovamente richiesta.
Si difende così Giuliano Quattrone, direttore di Inps Lombardia che ha già allertato le sedi territoriali dell’istituto per offrire massima consulenza a tutti gli anziani coinvolti nell’accertamento.
«Non è nostra intenzione creare disagi agli anziani per i quali abbiamo il massimo rispetto – precisa – ma quei dati ci servono per accertare se e in che misura quelle prestazioni che sono integrative rispetto alla pensione sono dovute. Non è la prima volta che l’Inps richiede il Red a questa tipologia di utenti, solo lo scorso anno in tutta Italia si era richiesta la documentazione a 800mila persone. Possono esserci stati degli errori nelle richieste ma la maggior parte sono motivate, specie nei casi in cui si chiede il Red per desumere la situazione dell’altro coniuge. Agli anziani che hanno ricevuto la nostra lettera dico di non spaventarsi e collaborare, direttamente con i nostri uffici periferici che sono aperti per loro. Non c’è nulla da temere, si tratta di un semplice accertamento per consentirci di svolgere meglio il nostro lavoro».