film d'esordio di Hsieh Chun-yi, che era presente alla proiezione, questa commedia divertente ha al centro un piccolo scontro di culture. da un lato abbiamo il ventottenne taiwanese Chen Yu-cheng (Bryan Chang), un tipo tranquillo e un po' ingenuo, con un talento naturale per lusingare le donne ottenendo da esse favori, e una stupenda collezione di action figure di Gundam che lui stesso costruisce; dall'altro la cinese venticinquenne Qin Lang (Huang Lu), dal carattere decisamente tosto e più maturo. Qin Lang si è recata a Taiwan per cercare il primo amore di sua nonna; il suo incontro con Yu-cheng è provvidenziale, in quanto il ragazzo deve completare un opuscolo in cui è necessaria la conoscenza della cultura cinese, che egli ignora totalmente. in cambio dell'assistenza di Qin Lang, egli si offre di aiutarla a cercare l'uomo. visto che la ragazza non ha un posto dove stare, si installa a casa sua ed inizia così una convivenza fatta di battibecchi, con lei che trova infantile lui (non capisce come può uno di ventotto anni essere così appassionato di quelle che lei definisce bambole, mentre lui trasale ogni volta che lei prende in mano uno dei suoi Gundam) e lui che si vendica insegnandole modi di dire sbagliati. esilarante anche l'ostinazione con cui Qin Lang continua a chiamare Taiwan una provincia, fino ad arrivare a cantare slogan comunisti al mausoleo di Chiang Kai-shek. la ricerca dell'ex-innamorato della nonna li porta a conoscere diversi luoghi e realtà del paese; un chiaro espediente per una pellicola che, al contrario del titolo, vuole infatti essere politica e mostrare le differenze fra i due. non mancano i risvolti drammatici, quando si scopre che Yu-cheng è orfano di madre e non rivolge la parola al padre ex-galeotto da anni, dimostrando così quell'immaturità di cui Qin Lang l'accusa, in quanto anche lei è orfana ed è stata allevata dalla nonna. dal canto suo, anche Qin Lang ha uno scheletro nell'armadio: una relazione con un professore di Taiwan che era stato in Cina per lavoro e che l'aveva abbandonata all'improvviso e senza una parola. Yu-cheng fa più del dovuto e, oltre al vecchietto, rintraccia anche l'ex di Qin Lang, che però così scopre che l'uomo è sposato con figli. la scoperta reciproca va dunque di pari passo con la scoperta delle proprie differenze culturali e porta a un avvicinamento dei due, che pure alla fine del film si separano senza che ci sia dato sapere se si rivedranno: pare che il visto sia difficile da ottenere. quel che è certo è che Qin Lang lascia una profonda impressione a Yu-cheng. un film molto piacevole, che corre via leggero tra risate immediate e riflessioni successive.
film d'esordio di Hsieh Chun-yi, che era presente alla proiezione, questa commedia divertente ha al centro un piccolo scontro di culture. da un lato abbiamo il ventottenne taiwanese Chen Yu-cheng (Bryan Chang), un tipo tranquillo e un po' ingenuo, con un talento naturale per lusingare le donne ottenendo da esse favori, e una stupenda collezione di action figure di Gundam che lui stesso costruisce; dall'altro la cinese venticinquenne Qin Lang (Huang Lu), dal carattere decisamente tosto e più maturo. Qin Lang si è recata a Taiwan per cercare il primo amore di sua nonna; il suo incontro con Yu-cheng è provvidenziale, in quanto il ragazzo deve completare un opuscolo in cui è necessaria la conoscenza della cultura cinese, che egli ignora totalmente. in cambio dell'assistenza di Qin Lang, egli si offre di aiutarla a cercare l'uomo. visto che la ragazza non ha un posto dove stare, si installa a casa sua ed inizia così una convivenza fatta di battibecchi, con lei che trova infantile lui (non capisce come può uno di ventotto anni essere così appassionato di quelle che lei definisce bambole, mentre lui trasale ogni volta che lei prende in mano uno dei suoi Gundam) e lui che si vendica insegnandole modi di dire sbagliati. esilarante anche l'ostinazione con cui Qin Lang continua a chiamare Taiwan una provincia, fino ad arrivare a cantare slogan comunisti al mausoleo di Chiang Kai-shek. la ricerca dell'ex-innamorato della nonna li porta a conoscere diversi luoghi e realtà del paese; un chiaro espediente per una pellicola che, al contrario del titolo, vuole infatti essere politica e mostrare le differenze fra i due. non mancano i risvolti drammatici, quando si scopre che Yu-cheng è orfano di madre e non rivolge la parola al padre ex-galeotto da anni, dimostrando così quell'immaturità di cui Qin Lang l'accusa, in quanto anche lei è orfana ed è stata allevata dalla nonna. dal canto suo, anche Qin Lang ha uno scheletro nell'armadio: una relazione con un professore di Taiwan che era stato in Cina per lavoro e che l'aveva abbandonata all'improvviso e senza una parola. Yu-cheng fa più del dovuto e, oltre al vecchietto, rintraccia anche l'ex di Qin Lang, che però così scopre che l'uomo è sposato con figli. la scoperta reciproca va dunque di pari passo con la scoperta delle proprie differenze culturali e porta a un avvicinamento dei due, che pure alla fine del film si separano senza che ci sia dato sapere se si rivedranno: pare che il visto sia difficile da ottenere. quel che è certo è che Qin Lang lascia una profonda impressione a Yu-cheng. un film molto piacevole, che corre via leggero tra risate immediate e riflessioni successive.
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