La sviluppo della conoscenza di sé permette di fare un adeguato inventario interiore, di riconoscere quel che abbiamo in noi di sano ed efficiente e ciò che invece ha bisogno di essere ancora educato e sviluppato. Possiamo giungere ad eliminare illusioni pericolose e vane presunzioni, senza però cadere nell’errore opposto di un’eccessiva svalutazione e commiserazione. Svalutarsi e commiserarsi equivale a rinunciare a perfezionarsi. Le persone vanno sempre incoraggiate rivelando loro quanto di buono c’è ancora nella loro personalità. La valorizzazione di una persona non deve essere compiuta genericamente e distrattamente, perché l’adulazione porta danni enormi, al pari della calunnia. Quando vediamo qualcuno fare qualcosa di buono, bisogna immediatamente riconoscerlo, complimentarsi e, talvolta, può capitare che la persona rimanga stupita perché non è cosciente di avere tante buone qualità. È dannoso l’eccesso di orgoglio, di presunzione, di ego oppressivo ed ossessivo, che come un pallone gonfiato non permette la visione di null’altro al di fuori di sé, ma occorre anche evitare che all’altro estremo ci sia una totale svalutazione. Si tratta di atteggiamenti parimenti pericolosi. Chi è eccitato ed euforico dei successi che ha conseguito si ubriaca di ego; chi invece ha lividi da tutte le parti per i colpi ricevuti a causa dei propri errori, tende a svalutarsi. Due posizioni erronee, perché i successi non dureranno in eterno, e se qualcuno invece ha avuto degli insuccessi, dei fiaschi clamorosi, incoraggiamolo a non deprimersi, perché la depressione priva di quelle risorse ed energie che servono invece alla ricostruzione. Si può aiutare la persona delusa facendole vedere che in realtà quel che è successo non è un vero fiasco. A volte si tratta della liberazione da un’illusione, e questa è una fortuna, non una disgrazia. Non è però facile far comprendere questi insegnamenti. Se a chi ha avuto un successo dite che è tutta un’illusione, si arrabbia; se a chi ha avuto un fiasco dite che è tutta un’illusione, risponderà: “Non puoi capire. Solo io so quanto soffro”. Occorre essere competenti ed aver sviluppato livelli di coscienza e di consapevolezza elevati per entrare in contatto con questi vincenti o perdenti in maniera appropriata, perché non si barrichino dentro i loro involucri.Tratto da 'Il Ruolo della Volontà'.
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La sviluppo della conoscenza di sé permette di fare un adeguato inventario interiore, di riconoscere quel che abbiamo in noi di sano ed efficiente e ciò che invece ha bisogno di essere ancora educato e sviluppato. Possiamo giungere ad eliminare illusioni pericolose e vane presunzioni, senza però cadere nell’errore opposto di un’eccessiva svalutazione e commiserazione. Svalutarsi e commiserarsi equivale a rinunciare a perfezionarsi. Le persone vanno sempre incoraggiate rivelando loro quanto di buono c’è ancora nella loro personalità. La valorizzazione di una persona non deve essere compiuta genericamente e distrattamente, perché l’adulazione porta danni enormi, al pari della calunnia. Quando vediamo qualcuno fare qualcosa di buono, bisogna immediatamente riconoscerlo, complimentarsi e, talvolta, può capitare che la persona rimanga stupita perché non è cosciente di avere tante buone qualità. È dannoso l’eccesso di orgoglio, di presunzione, di ego oppressivo ed ossessivo, che come un pallone gonfiato non permette la visione di null’altro al di fuori di sé, ma occorre anche evitare che all’altro estremo ci sia una totale svalutazione. Si tratta di atteggiamenti parimenti pericolosi. Chi è eccitato ed euforico dei successi che ha conseguito si ubriaca di ego; chi invece ha lividi da tutte le parti per i colpi ricevuti a causa dei propri errori, tende a svalutarsi. Due posizioni erronee, perché i successi non dureranno in eterno, e se qualcuno invece ha avuto degli insuccessi, dei fiaschi clamorosi, incoraggiamolo a non deprimersi, perché la depressione priva di quelle risorse ed energie che servono invece alla ricostruzione. Si può aiutare la persona delusa facendole vedere che in realtà quel che è successo non è un vero fiasco. A volte si tratta della liberazione da un’illusione, e questa è una fortuna, non una disgrazia. Non è però facile far comprendere questi insegnamenti. Se a chi ha avuto un successo dite che è tutta un’illusione, si arrabbia; se a chi ha avuto un fiasco dite che è tutta un’illusione, risponderà: “Non puoi capire. Solo io so quanto soffro”. Occorre essere competenti ed aver sviluppato livelli di coscienza e di consapevolezza elevati per entrare in contatto con questi vincenti o perdenti in maniera appropriata, perché non si barrichino dentro i loro involucri.Tratto da 'Il Ruolo della Volontà'.
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