Nei decenni scorsi chi ha progettato, sviluppato e gestito Internet è stato fautore di una struttura di “governance” che, grazie alle sue caratteristiche fortemente evolutive basate su una logica ‘dal basso’, ha contribuito in maniera determinante al successo della “la più grande invenzione del XX secolo” (definizione del Premio Nobel Rita Levi Montalcini).
Una “governance” improntata al coinvolgimento diretto di tutti i portatori di interessi, alla trasparenza, al rispetto per l’innovazione e alla creatività, anche quando suscettibile di modificare paradigmi politici ed economici consolidati. Un modello di “governance” sicuramente perfettibile, ma che – a oltre 40 anni dalla nascita di Internet e a 20 anni dall’invenzione del Web – non può non essere considerato, nella sua unicità, uno dei principali fattori dello straordinario successo planetario della Rete, quale risorsa globale irrinunciabile proprio nella sua originalità rispetto agli altri mezzi di telecomunicazione.
Nonostante un bilancio così fortemente positivo, però, c’è chi auspica oggi un ritorno a un mondo in cui le tecnologie delle comunicazione siano saldamente nelle mani di pochi e potenti gruppi economico-finanziari e dei governi, con scarso spazio per le ragioni degli individui, della società civile e degli innovatori.
Da questa visione anacronistica nasce la proposta, portata avanti con veemenza, di attribuire all’International Telecommunications Union (Itu), con sede a Ginevra, istituto specializzato delle Nazioni Unite, potere e competenza su aspetti rilevantissimi della policy della Rete, che esorbitano la dimensione strettamente tecnica che dovrebbe caratterizzare Itu.
E’ una proposta spalleggiata da importanti operatori telefonici, che hanno l’ambizione di poter decidere del traffico sulla Rete in una logica di massimizzazione del profitto, e da governi nazionali, tra cui non a caso si annoverano molti di quelli che hanno finora mal sopportato le libertà che Internet ha donato ai cittadini.
Si discuterà della proposta che vorrebbe attribuire a Itu tali poteri regolatori sulla Rete alla conferenza intergovernativa Itu nota come World Conference on International Telecommunications (Wcit-12), che si terrà a Dubai il dal 3 al 14 dicembre.
Noi chiediamo al governo italiano, e in particolare a voi ministri Terzi e Passera, di schierare l’Italia dalla parte della Rete, dell’innovazione, della libertà, come peraltro già raccomandato dalla Commissione europea. Per guardare al XXI secolo con fiducia riconoscendo la novità assoluta rappresentata da Internet anche nel campo dei modelli di regolazione internazionale.
Promotori: Juan Carlos De Martin, Alberto Oddenino e Stefano Rodotà
Adesioni: Andrea Comba, Edoardo Greppi, Angelo Raffaele Meo, Ugo Pagallo e Marco