Cari compagni e compagne, l’accordo separato firmato con la Fiat su Mirafiori rappresenta una svolta di enorme gravità nella storia del paese e non può essere considerato una questione sindacale. Non rappresenta solo la demolizione dei diritti sanciti da leggi e Contratto Nazionale. Non prevede solamente un netto peggioramento delle condizioni di lavoro in fabbrica. Il dictat di Mirafiori disegna un ruolo per i sindacati e i lavoratori che è in radicale contrapposizione al quadro di regole stabilite dalla Costituzione repubblicana. L’unica sovranità riconosciuta è quella dell’azienda, da cui tutto promana, compresa la possibilità dei lavoratori di vedere riconosciuta una propria rappresentanza sindacale. Si tratta di una logica opposta all’impianto costituzionale che tutela i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, che garantisce la libertà di associazione sindacale e che – in generale- basa la democrazia su un bilanciamento tra i poteri. E’ del tutto evidente che l’offensiva di Marchionne e quella di Berlusconi non sono che le due facce della stessa medaglia. E’ del tutto evidente che questa offensiva congiunta punta allo scardinamento costituzionale e ad un vero e proprio cambio di regime. E’ la Repubblica nata dalla resistenza e fondata sul lavoro che è messa in discussione da queste iniziative. Non si tratta di una questione sindacale ma politica.
Per questo ritengo necessario appellarmi a voi per costruire una risposta unitaria immediata. Per questo vi propongo di condividere e costruire unitariamente iniziative di informazione e mobilitazione, per questo vi propongo di fare unitariamente un appello alla CGIL affinché venga proclamato al più presto lo sciopero generale. Non si può scaricare sulle spalle dei lavoratori della Fiat il peso di un attacco che è generale e non si può stare a guardare di fronte ad una offensiva eversiva che ha un unico precedente nel nostro paese: l’avvento del fascismo.
Paolo Ferrero
Segretario Rifondazione Comunista