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Apple passerà ai chipset ARM?

Creato il 07 novembre 2012 da Redazioneatv @appletvblack

Apple chip A6

Apple potrebbe abbandonare l’architettura Intel per i propri computer in favore dei chipset ARM: è un’indiscrezione che rimbalza sul Web da tantissimi mesi, mai confermata ufficialmente in quel di Cupertino. Ma nella giornata di ieri Bloomberg è tornato all’attacco, rinnovando la possibilità futura di una maggiore convergenza tra iOS e OS X, passando proprio per i processori.

Apple passerà ai chipset ARM?

 

Apple ricorre a chip Intel dal 2005, quando ha deciso di abbandonare l’architettura PPC per una soluzione che fosse più versatile. Una scelta che, di primo acchito, ha fatto storcere il naso a molti utenti della Mela, ma rivelatasi negli anni vincente. Non solo i Mac sono diventati più performanti, ma anche decisamente più appetibili: i chipset Intel han reso possibile un’integrazione nativa con altri sistemi operativi – Windows fra tutti – convincendo anche gli switcher più scettici. Ora potrebbe cambiare tutto, per la seconda volta.

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Non è un segreto il fatto che Apple voglia arrivare alla piena convergenza tra OS X e iOS, così come dimostra appieno il recente OS X Mountain Lion. Se a questo si aggiunge come l’architettura ARM sia particolarmente gradita in quel di Cupertino, tanto da essere personalizzata direttamente da Apple con feature di proprio favore, la predizione è presto fatta: ARM è la via del futuro. Sarebbe molto indicato per la Mela poter bissare anche su desktop e laptop l’esperienza dei SoC dall’A4 in poi, ma i tempi non sono ovviamente maturi. Passeranno ancora degli anni prima che ARM possa completamente eguagliare il mondo desktop, anche se Apple potrebbe decidere di calcare la mano per accelerare questo processo.

Pare che vi siano già teste di serie all’opera per questo obiettivo, primo fra tuttiBob Mansfield. Il desiderio dell’esperto hardware sarebbe quello di riuscire a costruire chipset ARM personalizzati “in-house”, ovvero in una versione esclusiva disponibile solo per Apple. Ce la farà? E, soprattutto, i consumatori saranno pronti a cambiare prospettiva per la seconda volta? Non resta che attendere un futuro non troppo vicino per conoscerne la risposta.



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